Per la decima volta, le ultime sei consecutive, l’Italia conquista il titolo di campione del mondo di volo in deltaplano. La notizia si collega al piccolo centro di Rignano Garganico, dove da oltre trent’anni continuano ad esercitarsi gli appassionati di siffatto sport.
E ciò per via della sua pista realizzata in località Capodelmonte o Croce in posizione dominante sul Tavoliere sottostante. Posizione unica, quest’ultima, da dove si può ammirare un vasto panorama che abbraccia non solo la piana e il golfo di Manfredonia, ma anche i Monti Dauni e l’altra faccia del Gran Sasso. Un tempo esercitazioni e gare erano all’ordine del giorno, ma dopo la morte di un colonnello dell’esercito, amante di Deltaplano e Parapendio, avvenuta in modo accidentale, ogni tipo di manifestazione è venuta a cessare, così pure l’attività dell’associazione nata al riguardo. Si spera, comunque, in una ripresa al più presto delle attività, che attirava da ogni dove migliaia e migliaia di visitatori, in considerazione anche del noto sito paleolitico di Grotta Paglicci, il cui Museo è prossimo ad essere inaugurato. Riguardo alla notizia principale è stato diffuso un articolato comunicato stampa, a firma di Gustavo Vitali della FIVL Scritto che riportiamo volentieri di seguito. “Azzurre anche le medaglie d’oro e d’argento nell’individuale con Alessandro Ploner, pilota di San Cassiano (Bolzano), e Christian Ciech trentino trapiantato a Varese. Per Ploner è il suo terzo titolo mondiale mentre Ciech lo aveva vinto nel 2015. Aggiungendo i cinque titoli europei e le tante medaglie individuali, non si ricorda una disciplina sportiva nella quale una rappresentanza tricolore abbia vinto di più. Gli azzurri hanno condotto i giochi fin dalle prime battute, mantenendo la testa delle classifiche durante tutte le nove task disputate, una al giorno. Annullate altre due per meteo avversa. Solo il tedesco Primoz Gricar è riuscito ad arginare lo strapotere italiano, finendo il campionato con un meritato terzo posto davanti allo svizzero Peter Neuenschwander e al francese Mario Alonzi. Nella classifica a squadre seguono l’Italia Brasile, Austria, Germania e Giappone. Teatro del trionfo i cieli del Friuli e quelli delle vicine Slovenia e Austria dove talvolta sono sconfinati i percorsi assegnati ai 120 piloti in rappresentanza di 29 nazioni, 75 km il più breve, 200 il più lungo, distanze coperte sfruttando come “motore” le correnti d’aria ascensionali e l’efficienza delle ali. Direttore di gara il friulano Luigi Seravalli; addetto alle previsioni meteo l’istruttore vicentino Damiano Zanocco. Gli altri azzurri in gara: Filippo Oppici di Sala Baganza (Parma) nono classificato, Marco Laurenzi di Veroli (Frosinone) undicesimo, Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia), Tullio Gervasoni di Brescia, Suan Selenati di Enemonzo (Udine) e Manuel Revelli di Cervasca (Cuneo). Alle stelle il varesino di Castiglione Olona Flavio Tebaldi, storico CT della squadra, coadiuvato da Elia Piccinini di Castellarano (Reggio Emilia).Centro operativo a Tolmezzo (Udine) che ha ospitato numerose manifestazioni collaterali oltre le cerimonie di apertura e chiusura. Valutate in 7000 le presenze giornaliere in media. Numeroso lo stuolo degli operatori sul campo, vera locomotiva senza la quale nessuna gara di volo libero potrebbe esistere, oltre 40 persone coordinate da Bernardo Gasparni, dal responsabile alla sicurezza Giovanni Rupil e da Aero Club Lega Piloti che hanno raccolto un’ennesima medaglia se mai si potesse così premiare la loro efficiente e unanimemente apprezzata organizzazione. Fondamentale il supporto della regione Friuli Venezia Giulia, di Promo Turismo FVG, del Comune di Tolmezzo e degli enti locali”. Ora ci piange il cuore vedere che dal giorno della disgrazia i Rignanesi e gli appassionati dei dintorni non hanno avuto più l’occasione di assistere ad una simile manifestazione. Speriamo che qualcuno ci pensi, a cominciare dalla Pro Loco, a rimettere in sesto questa gloriosa manifestazione., che riempiva i cittadini di orgoglio e compiacimento.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.