Quando sono lontani gli anni allorché imperversava la politica in ogni dove! Di questo e di più si discuteva, infatti, non solo alle Superiori, ma anche alle medie.
Negli anni del ’68 addirittura politica e cultura era la stessa cosa. Oggi non più. Per esempio a Torremaggiore si proibisce di fare storia a scuola. E’ quanto sarebbe accaduto al Liceo “Fiani-Leccisotti”, pronto a discutere e ad affrontare, come in altre realtà scolastiche, il tema-ricordo dell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei. Ad insorgere duramente è stato il Presidente dell’ANPI (Associazione Partigiani d’Italia), l’on. Michele Galante, che per l’occasione ha diffuso in ogni dove un articolato comunicato stampa, con il quale si condanna chi nella predetta scuola, confonde la politica con la storia. Ecco lo scritto: “Il grave episodio verificatosi al Liceo Fiani-Leccisotti di Torremaggiore dove da parte di alcuni professori di chiara e consolidata tendenza politica è stato impedito di ospitare un rappresentante della comunità ebraica per parlare delle leggi razziali emanate dal fascismo nell’80° anniversario con la motivazione che “a scuola non si fa politica” è l’ennesima manifestazione di un clima di intolleranza che avviene all’interno della strutture scolastiche. Negare che i ragazzi possano approfondire temi di stretta attinenza storica è una vera e propria aberrazione sul piano didattico e culturale che soltanto il fanatismo ideologico può giustificare. Vogliamo ricordare che la scuola è l’istituzione primaria che deve educare alla cittadinanza e all’habitus critico e che non ci si può nascondere dietro una frase tipica del ‘ventennio’ per impedire che si discuta del più grande dramma del Novecento che, in nome dell’antisemitismo e della purezza della razza, ha portato alle aberrazioni della Shoah e alla scomparsa di sei milioni di persone. Questo atto non può passare sotto silenzio e ci auguriamo che anche le autorità scolastiche superiori intervengano per fare luce su questo episodio vergognoso in nome dei valori scritti nella nostra Costituzione. La comunità di Torremaggiore, che ha pagato con il confino e il carcere e con la vita di molti dei suoi cittadini (Nicola Sacco, Giuseppe Lamedica, Antonio La Vacca)la lotta coerente per la democrazia e la libertànon può tollerare questo affronto ai valori più alti della nostra convivenza. Nei prossimi giorni l’ANPI organizzerà insieme al mondo associativo e politico un grande incontro nella città dell’Alto Tavoliere per ribadire la propria fedeltà ai valori supremi della costituzione contro ogni rigurgito razzista e fascista”.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.