Fa discutere la scoperta del primo caso positivo di CoVid-19 all’ex-Ilva di Taranto. A scendere in campo, questa volta, ci pensa il Partito di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Lo fa con un breve e succoso comunicato stampa, condiviso dalle rispettive Federazioni Provinciali, compresa quella di Foggia.
Documento, quest’ultimo, teso a stigmatizzare la gravità della situazione e la necessità di chiusura dell’impianto produttivo, considerato – come noto – il più grande d’Europa e uno dei colossi a livello mondiale. In questo caso lo stesso sarebbe da ritenersi forse il più ‘micidiale per la salute dei suoi operatori. “Il primo caso di positività del Coronavirus al siderurgico ci fa capire – viene segnalato nel documento – se ancora ce ne fosse bisogno, che è necessario fermare tutte le produzioni non immediatamente essenziali”. Più avanti si lancia l’appello, altresì: “ Si fermi, ora, la produzione al Arcelor Mittal di Taranto. Non è possibile assembrare migliaia di lavoratori, è pericoloso per loro e per le loro famiglie. Chiediamo che, senza indugio, il presidente della Regione Emiliano o il Prefetto decretino la non essenzialità della produzione e la conseguente sospensione della produzione. Evidentemente non basta la drammatica esperienza della zona di Bergamo, in cui si è proseguita la produzione nei comuni ad alta densità manifatturiera che oggi sono tra i più colpiti dal contagio e dai lutti”. Si sottolinea ancora che “la sicurezza di tutte e tutti va garantita, ogni sforzo va diretto al contenimento della pandemia”. Si conclude, infine, invocando “il blocco delle produzioni e dei servizi non essenziali, reddito di quarantena per chi non può accedere alla tutela degli ammortizzatori sociali: autonomi, precari, partite Iva e disoccupate/i.”L’anzidetta proposta politica è firmata da Nicola Cesaria, segretario regionale Puglia
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.