Autunno, tempo di funghi sul Gargano. Qui ce n’è una infinità di specie, sia eduli, sia velenosi. In primis, tutte le varietà di porcino (boletus), che di solito nascono e si sviluppano nelle radure dei boschi; qui ci sono pure chiodini o famigliole, e i galletti specie ai bordi dei lecci o nelle pietraie.
Super ambita pure la diffusione, specie nei prati, ricchi di cardi, i prataioli e i cantarelli o Cardarelli, ritenuti i migliori in campo gastronomico. Ma prima di andare a funghi,, occorre controllare se si ha il documento valido per la raccolta, previsto dalla legge al riguardo. Si tratta di una sorta di patentino che viene rilasciato dopo un apposito corso e rinnovato dopo la scadenza di durata triennale. Ecco il perché si organizzano preventivamente i corsi sia di aggiornamento sia di abilitazione ed avviamento all’attività di ricercatore. Uno di questi è in programma nei giorni 25, 26 e 27 ottobre, a San Marco in Lamis. Si terrà dalle ore 16.00 alle ore 20.00 nei locali della Biblioteca Comunale. A promuovere l’incontro ci ha pensato l’Unione Micologica e relativi gruppi di ricerca di Puglia col patrocinio dell’Ente locale, diretto dal sindaco Michele Merla. Per in formazione ed iscrizione ai corsi contattare l’Architetto Matteo Tardio (Cell. 3881741607), che ne è il referente. Il programma di studio è formato da una parte teorica, dove si insegna la conoscenza scientifica della pianta, i risvolti di carattere sanitario, nonché la normativa emanata al riguardo e i rispettivi regolamenti, e una parte pratica, dove, attraverso i filmati si educano gli interessati a riconoscere le varie situazioni del caso. La passione per ricerca dei funghi è assai antica e diffusa in tutti i centri del Gargano e non è più appannaggio solo dei campagnoli, ma anche dei mestieranti, de professionisti e perché no anche degli uomini di scuola e di cultura. E questo perché permette loro di farsi una passeggiata all’aperto e di stare a contatto con la natura, assaporandone tutte le sue bellezze. Attira anche i poeti, che non si stancano mai di comporre e pontificare sulla bontà della natura e dell’ambiente. Ecco di seguito, una poesia composta al riguardo da Antonio Monte, già pastore ed emigrato al Nord da una vita: “Chi alla folla e alla calura/ama: il silenzio della natura,/la verde piantagione,/l’umida stagione e la pioggia,/ che in terra si stagna/ e quando lenta bagna/il castagno e la radice/fa il suo cuor felice./Come una starna invigorita/s’arrampica in salita,/al passo graduale/s’allontana il cinghiale/e senza crear subbuglio/fruga tra i cespugli,/tra il folto fogliame,/tra il secco legname./Il respiro trattiene a lungo/nell’avvistare il fungo, s’accerta che non vi sia altro sguardo/per coglierlo con vero garbo,/come fosse un piccino/lo adagia nel cestino. Cammina e ne fa scorta/fino a colmar la gobba sporta;/poi con lo zainetto sulle”. spalle/orgoglioso ritorna a valle”. L’hobby per la ricerca dei funghi è un sentimento innato e ben radicato nei garganici. Una volta presoti, non ti lasciava più. E’ il caso di compare Paolo (all’anagrafe, Francesco Paolo), ultra novantenne, che te lo vedevi ogni mattina davanti alla Benzina di Largo Piano. Costui, quando ne era stagione, la prima domanda che ti faceva era : sono usciti funghi ?. Se la risposta era affermativa, subito si faceva accompagnare da qualche figlio o nipote, sul posto che lui solo sapeva. Il giorno dopo raggiante ti diceva: ho fatto la mia parte! Di solito si trattava di pochi cardarelli, ma lui era contento e soddisfatto. Ora non c’è più!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.