Conclusa con un bilancio positivo la festa annuale di Liberazione, a San Giovanni Rotondo, promossa come già scritto dal Circolo locale “Luigi Pinto”, diretto dal dinamico Roberto Cappucci. Si tratta di uno dei pochi eventi rimasti in vita, dopo la rottamazione di tutto ciò che sa di passato nella politica italiana. Il momento clou più emozionante e ricco di novità si è avuto l’altra sera con l’intervento alla manifestazione del segretario nazionale del Partito, Maurizio Acerbo.
Il tutto si è svolto nell’ampio ed appartato Cortile della scuola “Melchionda”, addobbata per l’occasione da bandiere rosse, tavolate, striscioni, locandine contenenti slogans di parole d’ordine e pubblicità; in evidenza stand enogastronomici ben forniti di cose paesane e in un angolo il palco dell’orchestrina con musiche e canti ispirati alla politica e al lavoro. A ricevere l’ospite ci stavano una frotta di giovani in maglia rossa con stemma, unitamente ai rappresentanti delle più importanti strutture associative della Capitanata, a cominciare dal segretario provinciale Luciano Aiello, dall’ex Antonello Soccio, ora componente del Comitato politico nazionale.
Si è cominciato subito dal tavolo della presidenza con l’intervista alla ‘Vespa’ sui temi caldi dell’attualità, assolta con impareggiabile pertinenza da Antonio Del Vecchio, giornalista veterano della zona. Il riferimento è ai risultati ottenuti da “Potere al Popolo” alle scorse politiche (1,13% alla Camera e 1,06% al Senato). Lista, quest’ultima, come noto dove correva il PRC. Esiti giudicati dall’intervistato più che lusinghieri, rispetto alla disfatta complessiva del PD e delle altre formazioni di sinistra. La risalita, secondo i due protagonisti della serata, starebbe, oltre che nei ragionamenti e proposte realistiche sostenute, soprattutto nella simpatia suscitata tra l’elettorato dal movimento e dal suo capo, definito non a caso dal giornalista un novello “Bertinotti’, di cui avrebbe tutte le caratteristiche di buon affabulatore e di simpatia.
Il ritorno al marxisismo? Bene accolto il concetto da Acerbo, sia per i valori della sua filosofia di classe sia come prassi. Riferimenti ritenuti dal relatore indispensabili nell’attuale era della globalizzazione del commercio e del capitale, cui bisogna far fronte con una organizzazione del lavoro e dei lavoratori altrettanto internazionale, a cominciare dall’Europa. Sull’immigrazione, bisognerà, secondo il suo dire, abolire al più presto la Legge “Bossi-Fini”, che avrebbe impedito il flusso regolare degli immigrati, impedendo, tra l’altro, anche la loro integrazione. Critiche a non finire contro i passati governi, per aver fatto cattive riforme, come la Fornero, e per non aver spiegato come stavano le cose realmente. Per cui ne è venuta fuori l’incomprensione più totale da parte dell’elettorato, che ha creduto di più a Salvini e Di Maio, e poco a Renzie ai suoi seguaci. Insomma, bisogna recuperare il tempo perduto, marcando la discontinuità col passato e, marciando nel solco dei valori tradizionali, costruire una Sinistra alternativa e corretta.
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