Se ne è andato via educatamente in punta di piedi, forse per non disturbare nessuno, al pari di un Signore d’altri tempi. Il riferimento è don Peppino Scarano, avvocato, già Presidente dell’Ordine forense di Foggia.
Era venuto meno ieri nella sua abitazione del centralissimo Corso Matteotti, dove viveva, condividendo al primo piano lo studio professionale assieme alla figlia Carolina, pure lei avvocato di grido, essendo componente del Consiglio Forense Nazionale. Lo chiamavano tutti “don” in senso di rispetto della sua indiscussa bravura professionale ed anche perché suscitava simpatia a primo acchito.
La sua scomparsa è stata accolta nella cittadina con grande stupore e cordoglio indistintamente dall’intera San Marco. Dopo i funerali celebrati oggi, la salma è stata tumulata nella cappella di famiglia accanto alla moglie farmacista deceduta alcuni anni or sono, dopo aver diretto per molti anni una delle più avviate farmacie della città, denominata Guerrieri, dove è ora il figlio a continuarne l’attività e il lustro.
Lo scomparso era uno dei penalisti più illustri e noto non solo nella Capitanata, ma dell’intera Puglia. Durante la sua folgorante carriera è stato difensore – protagonista in innumerevoli processi di richiamo nazionale, accanto ad altri suoi colleghi non di meno importanti e noti, come per esempio l’avvocato Gaetano Scamarcio di Andria, deceduto alcuni anni or sono. Quest’ultimo, a sua volta, è stato protagonista di primo piano nel famoso caso Cirillo e sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia.
Don Peppino era un bell’uomo e in gioventù è stato anche un incallito politico di ispirazione liberale, assieme al suo amico, preside e storico Tommaso Nardella. Seguitissime le sue ‘arringhe’, anche in politica. Chi scrive lo ricorda in un comizio tenuto alla fine degli anni ‘50, in piazza Gargano, a Rignano Garganico, gremita come non mai di pubblico. C’erano le Amministrative. Entrambi i professionisti sammarchesi erano intervenuti a sostegno della Lista “Tre Montagne”, civica, presieduta da Pasquale Ricci e Don Ciccio De Majo. Il primo, ricco proprietario terriero, eletto sindaco, e l’altro proprietario pure lui e rinomato oculista. Interventi, entrambi applauditi a più non posso.
Infine, lo ricordo come avvocato difensore presso la Pretura di San Giovanni Rotondo. Dopo la sua convincente arringa, fui prosciolto con formula piena dall’accusa di abuso edilizio, quale presidente della cooperativa edilizia, unitamente all’ingegnere, direttore dei lavori. E’ solo un esempio, la sua bravura e le sue vittorie professionali non si contano in ogni dove. Ed è per questo che ne piangono la scomparsa un po’ tutti coloro che l’hanno conosciuto in provincia di Foggia, specie quelli del foro, in particolare il Presidente in carica, Gianluca Ursitti.
La direzione e redazione della presente testata esprime il suo massimo cordoglio e vicinanza alla famiglia, in particolare ai figli Carolina e Michele, alla cognata Anna e a tutti gli altri congiunti.
Addio, Don Peppino, non dimenticheremo mai il tuo sorriso bonario e nel contempo canzonatorio, di uomo e di professionista attento all’ascolto e alla comprensione!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.