Fania Clementina, memoria storica e delle tradizioni di Rignano Garganico ed antica alunna di Tusiani, non c’è più. Se n’è andata via nella mattinata di ieri presso l’hospice Umberto I” in San Marco in Lamis, dove era ricoverata da alcuni giorni.
Classe 1928, nubile, aveva dedicata tutta la sua vita alla sua numerosa ed attiva famiglia e al sociale in genere, ereditando in toto l’intraprendenza della stessa in ogni attività artigianale e commerciale. Il papà Vincenzo, era un falegname di prim’ordine, all’avanguardia in tutto non solo nella progettazione di mobili e di infissi, ma anche nelle attrezzature elettriche e meccaniche. Fu anche vice sindaco. La moglie, invece, si occupava del mulino, anch’esso assai frequentato dalle massaie.
La famiglia ereditò dopo l’unica avviata tabaccheria del paese. Attività, quest’ultima, condivisa in tempi più recenti con altri due esercizi, di cui uno a Villanova. In gioventù era stata attivista della DC ai suoi primi passi in loco, coordinando per alcuni anni, la gioventù femminile, grazie ad una figura carismatica, quale fu Pasquale Ricci, rampollo di antica famiglia bene e per due volte sindaco della cittadina e della moglie Anna. Un’amicizia stretta coltivata con tutti i componenti dell’una e dell’altra famiglia tra Roma, Foggia e Rignano.
Alle magistrali assieme alle sorelle Nunzia, detta Tetella e Maria Grazia, come accennato all’inizio, furono apprezzate ed empatiche alunne di dopo-scuola di Joseph Tusiani nella sua casa di vico Palude nella vicina San Marco. Di questo me ne parlò anche lui. Pare che si deve proprio a questo rapporto -ricordo la composizione dedica dell’unica poesia ispirata a Rignano.
Eccovi ora un pezzo di memoria scritta da lei lasciatoci. Il riferimento è all’intervista fatta a lei e alle sorelle Maria Grazia (deceduta) e a Rosetta il 30/01/2000, contenuta nel libro “Natale tra ieri ed oggi”. Testo edito, a cura di Angelo Capozzi e di chi scrive”, per conto della Regione Puglia nel 200O. Il documento inizia con la domanda: “Che tradizione c’era per la Concetta?” . Risposta: “ Si facevano prima le novene. Le novene si facevano la mattina presto. Alle 6.00 suonava la campana e le persone partecipavano a questa novena. Alle 7,00 era tutto finito, che dovevano andare in campagna ci andavano, le altre avevano da sbrigare le faccende di casa e quindi la cosa finiva lì. Poi il giorno della Concetta era festa grande. In campagna, durante il periodo che si raccoglievano le olive, davano possibilità di festa alla Pace, che sarebbe il 21 novembre, e poi alla Concetta che era festa grandissima.
Queste lavoratrici tornavano dalla campagna ed era quello un giorno di festa . Mettevano l’abito nuovo, il cappotto nuovo, tutte le cose nuove, perché vi era la grande festa. Poi, finita la Concetta queste tornavano in campagna. Santa Lucia era pure, come si dice…venerata a Rignano e cucinavano le fave e poi in chiesa secondaria, non alla cattedrale (chiesa Madre) , ma alla chiesa del Purgatorio, distribuivano queste fave in onore di Santa Lucia alle persone che partecipavano a questa messa.
Poi finita Santa Lucia, iniziavano le novene di Natale. Erano le novene prima dell’evento. Partecipavano anche le persone anziane, gli uomini, prima di andare a lavorare. Era sempre piena la chiesa, questo lo ricordo da quando ero ragazza. Era sempre piena, perché si faceva presto alle 6.00 e quindi partecipavano tutti. Partecipavano le ragazze più giovani, c’era una partecipazione di massa, ci si preparava per il Natale. La chiesa ora è rimodernata, teneva una sorta di balaustra sopra: lì c’era l’organo e andavano a suonare. I ragazzi andavano sopra per vedere le ragazze che stavano giù e quindi era un modo per incontrarsi e vedersi la mattina presto…”.
I funerali sono stati officiati dal vice parroco Don Antonio Gianfelice,oggi, 15 gennaio, alle ore 15,30, nella rinascimentale Chiesa Matrice. Dopo di che la salma è stata tumulata presso il locale Cimitero. La direzione e redazione della presente testata esprime alle sorelle Nunziatella e famiglia, e Rosetta, al fratello Angelo e famiglia la più stretta vicinanza.
Addio, “Ntina”, non dimenticheremo mai il tuo attivismo e intraprendenza, sempre pronto ad aiutare il prossimo!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.