Giovanni Iannacci, persona buona e rispettosa al massimo, non c’è più. Se ne è andato via l’altro giorno in punta di piedi, all’età di 85 anni.
Lo piange l’intera comunità di Rignano Garganico, ricordando i suoi pregi e la sua voglia di vivere nel sociale. Qui, era assai ben voluto e stimato, come artigiano falegname. Lo era per il suo lavoro di precisione, condiviso fino al suo pensionamento nella bottega, già di Vincenzino Fania ( genio del mestiere) assieme al collega Francesco Signoritti, persona altrettanto compita e rispettosa, pure scomparso alcuni anni or sono. Giovanni, diversamente dall’altro, aveva imparato il mestiere da suo zio Pietro, grande maestro anche lui, emigrato negli anni sessanta in Francia, assieme alla famiglia, nonostante il suo forte legame al paese.
Dopo il lavoro, l’altra grande passione dello scomparso fu la Politica. Il riferimento è alla prima Repubblica, durante la quale militò nel Partito Socialista Italiano da Nenni, Pertini, De Martino fino a Craxi. Aveva assolto egregiamente persino la funzione di consigliere comunale e di vice sindaco, facendosi stimare da tutti. Chi scrive conserva di lui il ricordo di una esperienza indimenticabile. Esso risale alle elezioni politiche del 1968. Doveva tenere comizio, Teodoro Moretti (longevo sindaco di Rodi), già assessore alla provincia, e candidato al Senato per il Partito Socialista.
Il partito, aveva sì la sezione, ma non teneva un palco per il comizio. Si ricorse a Giovanni che non deluse. Infatti, su due piedi adattò il tavolo-scrittoio, pure del partito, passato di mano in mano da prima del Fascismo. A quel tempo i comizi si tenevano in piazza Gargano. Lo fornì di una balaustra di legno. Su di esso, c’entravano due persone. Per salire sopra si ricorse ad una sedia, messa a disposizione da una vicina. L’oratore fu presentato da chi scrive, che non avendo esperienza, né conoscenza della tattica, attaccò a tutto spiano l’antico regime assieme al franchismo di Spagna, dimentico che di fronte aveva come pubblico la sezione del MSI e i suoi militanti, che subito insorsero e per poco non accadde il peggio. Il discorso di Moretti, fu ascoltato in silenzio, applaudito in parte dai pochi socialisti che si trovano in piazza, quasi tutti giovani, tranne il trio Campanale, Turco e Rocco, padre dello scomparso, socialisti della prima ora.
In quella occasione, il PSI conquistò 75 voti al Senato e una cinquantina alla Camera. Alle Amministrative del ‘70, i socialisti uniti ai comunisti persero le elezioni per una manciata di voti contro la DC. Cinque anni dopo, stravinsero. E da allora sempre per il resto del prima Repubblica, e fu rappresentato da alcuni sindaci di valore, come Viola, Battista, Draisci, ecc.
Riprendendo il discorso di cronaca, Giovanni fu un militante sempre presente ed attivo. I Funerali, officiati dal parroco Don Santino Di Biase, si sono svolti nel pomeriggio di oggi nella rinascimentale Chiesa Matrice del paese e subito dopo la salma è stata tumulata nel locale Cimitero. La presente testata esprime alla moglie, Antonietta, stimata docente elementare di lungo corso e all’intera famiglia Turco, ai figli e alle loro famiglie la più stretta vicinanza.
Addio, Giovanni, non dimenticheremo mai il tuo sorriso franco e la tua bontà di animo e di comportamento!.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.