Ritornano le scritte sui muri di strade e strutture pubbliche, a San Marco in Lamis, richiamando in modo diretto ed indiretto, nel ricordo di molti, gli anni della contestazione sessantottina e a seguire.
Ad essere preso di mira, questa volta, è la parete del terrapieno che precede Palazzo Badiale, sede del Comune (si veda foto di copertina), al momento malandato ed oggetto ad horas di lavori di ristrutturazione e restauro. A scoprire il “malanno” sono stati i passanti sin dalle prime ore della mattinata di ieri, per sparire completamente in quella di oggi, grazie ad una squadra di pulitori, capeggiata addirittura dal primo cittadino, Michele Merla che le hanno man mano cancellato del tutto.
Secondo le prime ricostruzione sommarie, l’autore di esse potrebbe essere lo stesso che nei giorni scorsi aveva ‘imbrattato’ le mura della Chiesa Madre della Collegiata e di altri luoghi. Circa le scritte va detto subito che esse ripetono motti ed accuse contro l’operato del Governo e dei medici. Non a caso le stesse riportano, a firma, una doppia “W” che potrebbe significare “Evviva” (vedi meglio su: sanmarcoinlamis. eu), come pure il plurale “vivi”.
In particolare, ad essere oggetto di critica non è solo il solito ‘famigerato’ vaccino anti-Covid, ma anche i medici che usufruirebbero del cd “scudo penale” e contestualmente il Governo, accusato di mentire e di essere “nazista”. Al riguardo gli inquirenti sospettano che l’imbrattatore, forse unico e seriale, questa volta avrebbe commesso un “passo falso” e potrebbe avere le ore contante, perché sarebbe stato visto dalle telecamere.
Le stesse che poco tempo fa avrebbe permesso -secondo la fonte web in parola – di incastrare un ladro d’auto “in azione” pure lui da quelle parti.Veri no-vax o imitatori del diffuso malessere che si fa sentire in ogni parte dello Stivale, bombardato com’è dal clamore dei mass-media? Nessuno lo sa dire. Forse è meglio tacere la notizia o limitarne la diffusione all’essenziale, onde limitare gli effetti moltiplicatori della stessa. Staremo a vedere!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.