Successo pieno per la presentazione del v. “Emily 06, ragazzi nella rete”, a San Marco in Lamis.
Tanto a chiusura della giornata commemorativa dedicata ai fratelli Luciani, uccisi per motivi abietti il 9 agosto di tre anni fa dalla mafia nei pressi dell’ex-Stazione ferroviaria della città. Qui, come noto, è intervenuto, tra l’altro, per dare speranza e conforto alla famiglia e alla città, Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera.
Il resto della predetta giornata si è svolto, invece, nella “Villetta Comunale” , uno dei polmoni verdi della città, alla presenza di un pubblico selezionato ed attento, provvisto di green pass ed in regola con tutte le altre prescrizioni anti-Covid. Dopo una breve introduzione di Ludovico Delle Vergini, coordinatore organizzativo, che si è auspicato un maggiore coinvolgimento della gente comune, per rompere ogni tipo di pregiudizio, la parola è passata ai protagonisti della serata, il magistrato Francesca Stilla, giudice del Tribunale dei Minorenni della Capitale, originaria del luogo, quale coautrice del libro, e Carla Bonfitto, presidente della sezione locale di Libera e docente di Lettere presso l’II.SS. “Giannone”.
Un dialogo a due voci, quest’ultimo, chiaro e fruttuoso per tutti sia sul piano formale, sia su quello sostanziale, che ha girato attorno ai cinque protagonisti, tutti in età adolescenziale e con i problemi dei nostri tempi, come cyber bullismo, bullismo, stalking, pornografia, ecc., e costretti a riempire le carenze affettive e relazionali tramite l’accesso alla rete. Ovviamente si è parlato di famiglia, quale agente educativo primario, e del ruolo dei genitori e del ruolo positivo che ancora può svolgere nell’attuale momento attraversato da crisi di rinnovamento.
La giudice, ad un certo punto, per rendere più convincente il suo discorso, ha messo in evidenza il ruolo della famiglia, mentre quello della giustizia non è solo di scoprire ed analizzare il fatto, ma di curare e tutelare la persona. Da qui il ruolo educativo e non rieducativo della pena. Insomma, può fare meglio la comprensione e l’empatia verso il colpevole, più che la paura e l’imposizione del giudizio.
E ciò parimenti all’antico mestiere dei cosiddetti pacieri che avevano le persone anziane e i nonni nelle antiche famiglie patriarcali e matriarcali del passato. Quello del giudice, come quello di altri mestieri e funzioni, è una sorta di vocazione che nasce fin dall’infanzia e dalla adolescenza. La si sceglie quando siamo razionalmente convinti nella maturità scolastica. Prima di fare la magistrato, l’interessata frequentava l’atletica e la danza, virtù sportive che coltiva e pratica ancora nelle dovute proporzioni e rispettose del ruolo pubblico che ricopre.
Il discorso ovviamente ha intersecato anche la scuola. Su di essa ha posto una serie di domande ad hoc la Bonfitto, che ha raccontato pari pari i problemi che attraversano gli studenti, compresi quelli sopraccennati, in soccorso intervengono insegnanti e classe con un approccio colloquiale, da una parte per sterilizzare l’azione dei malvagi e nel contempo per redimerli, tramite il coinvolgimento singolo dell’insegnante e della solidarietà della classe. Allo scopo, il ruolo importante della scuola è quello di educare all’informazione nel contempo anche all’immaginazione. Ossia usando bene la rete internet si progredisce più in fretta e bene.
Gli altri autori del libro sono: Pierluigi Marconi, psichiatra, Rosella Puzzuoli , dirigente scolastico, Simona Petrozzi, esperta di web reputation e Rosamaria Scogniamiglio, psicologa. La prefazione è di Caterina Chinnici, giudice ed europarlamentare (figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983), mentre il coordinamento e cura è di Raffaele Focaroli e l’edizione di Armando Curci.
Quindi, nelle conclusioni, la Bonfitto ha sottolineato il ruolo del presidio del libro e della biblioteca scolastica e pubblica in generale. Quella di mettere a disposizione degli studenti i libri e il resto degli strumenti di accrescimento. Per quanto riguarda l’associazione Libera, ospitata in loco, secondo il dire di Delle Vergini, ha già attivo a suo carico, un vero e proprio presidio informativo sulla legalità, collegato alle altre strutture territoriali sul tema.
Dopo gli interventi dal pubblico di Matteo Coco (docente) e di Michele Vigilante (studente) la parola fine all’evento è stata pronunciata dalla Stilla, ospite d’onore della serata. che ha detto che il libro in parola è stato dedicato al Beato Carlo Acutis, novello Tarcisio e ragazzo eroe del Web, deceduto a 17 anni per leucemia fulminante.
Serata incantevole anche dal punto di vista del clima che dall’inizio alla fine è stato fresco, ventilato, e soprattutto ossigenato, data la presenza di una discreta presenza di alberi da giardino e di ampie distese di verde. Se tutto va bene, ne vedremo tanti altri incontri del genere, mirante a soddisfare la voglia di cultura di giovani ed anziani!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.