Tonino La Cantina, o meglio l’ultimo cantiniere, non c’è più, a Rignano Garganico.
E’ venuto meno ieri presso l’ospedale di Casa Sollievo della sofferenza, in San Giovanni Rotondo. Aveva 85 anni da compire. Lascia la moglie Anna Maria, sposata nel 1973. La prima, di nome Antonietta, morì giovanissima, lasciando tre figli in tenera età: Carolina, Daniele e Pasquale, tutti e tre sistemati nella città di San Pio, mentre da quella attuale ha avuto due figlie, Monica e Dora, entrambe sistemate fuori regione, con i rispettivi partner e famiglie. Con Tonino, anagraficamente Antonio Ramunno, di origine sammarchese, se ne va un altro pezzo di storia locale, avendo esercitato egli, per circa quarant’anni, il mestiere di oste tutto fare, prima nell’antica Cantina al Belvedere Nord – Est, lasciatagli in gestione da uno zio della prima moglie. Un certo ‘Cazzaridde’ (Vincenzo Danza). Dal duemila sino al pensionamento, essendo stata venduta la struttura con l’ampio spiazzale antistante, , si trasferì in un monolocale situato a piano terra nella centralissima Via Portagrande, cuore del centro storico medievale. Persona affabile ed ospitale era assai rispettato sia dagli utenti abituali, sia da quelli che si recavano al banco per rifornimento casalingo. Accoglieva tutti con il suo sorriso sornione, stampatogli costantemente sul volto, scavato dalla fatica e dal sudore. Attraverso i suoi locali erano passati diverse generazioni, soprattutto pensionati, non tanto per farsi il solito quarto di vino con la gazzosa, un modo di dire assai in voga nei tempi passati, ma anche per intrattenersi al gioco a carte o semplicemente per assistervi, osservando e seguendo gli amici di turno. Alla cantina del Belvedere si faceva di tutto. Oltre alle bevande, si potevano assaggiare anche succulenti arrosti di torcinelli o di bistecche al sangue. Un volta ospitò persino Matteo Salvatore e la sua équipe, avendo egli espresso il desiderio di mangiare all’antica, ossia tagliarsi una fetta di pane dalla pagnotta paesana. A quel tempo, la più piccola pesava quattro chili e passa. Su di essa si metteva l’arrosto, cotto al punto giusto sulla graticola a fuoco vivo, posta all’esterno della struttura. All’orgia parteciparono tutti, eseguendo appuntino le varie fasi della cena organizzata a fine dello spettacolo, tenuto dal cantante in Largo Porta grande. Allora, ricorda qualcuno, Matteo era vestito da monaco domenicano con abito di colore bianco – piatto. Si divertirono tutti, anche perché l’ospite fece ascoltare i suoi pezzi dialettali migliori, accompagnando la conversazione collettiva con le sue lunghe e caratteristiche risate. A tarda ora il cantante lasciò il paese con destinazione Foggia a bordo dell’auto guidata da Pasquale Sorrenti, il manager di Leone Grafiche, di origine e parlata napoletana. Con lui c’era anche Gennarino Arbore, impegnato per conto del cugino Renzo a siffatti eventi salvatoriani, come quello in Rignano. Era il 17 agosto 1980, Festa dell’Unità. Dall’altra cantina passarono, invece, i politici più in vista di Rifondazione Comunista , formazione che ne prenderà il posto, dopo la chiusura della precedente attività commerciale e ricreativa. Tonino, non campava solo con la cantina, ma svolgeva anche il mestiere di camionista, per modo di dire, grazie al possesso di un fiammante automezzo, una Fiat Ducati ferma tuttora davanti alla sua abitazione a piano terra di Via Genova. Con essa, oltre alla merce occorrente per il negozio, trasportava i prodotti ortofrutticoli paesani e soprattutto legna per ardere, rilevata durante gli usuali tagli d’obbligo nei boschi vicini. La notizia della sua morte è stata accolta con vivo cordoglio in paese, perché, come già detto, Tonino era diventato col passare del tempo un vero e proprio personaggio, nonostante il suo mestiere umile, di cui non si poteva fare proprio a meno nel descrivere la vita e la storia di un paese. La presente testata esprime alla famiglia la sua estrema vicinanza. Addio, Tonino, non ti dimenticheremo mai!. Le esequie sono state celebrate, oggi, alle ore 16.00 nella Chiesa Matrice Maria SS.Assunta, con la Santa Messa, officiata dal Parroco Don Santino Di Biase. Dopo di che la salma è stata tumulata nel locale Cimitero.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.