Torna di nuovo a guardarsi dentro il poeta sammarchese Alexis. Questa volta lo fa con una poesia ispirata all’Amore, il sentimento che più di ogni altro ci prende e ci affascina per tutta la vita, anzi è l’essenza stessa della vita.
Comincia con l’interrogarsi: è meglio amare o essere amato? Una sorta di dubbio amletico che, per la verità, non è solo suo, ma che affligge un po’ tutti gli uomini, a prescindere dal sesso e dall’età. Di solito quando si è giovani, preferiamo amare ossia conquistare l’oggetto dei nostri desideri.
Lo facciamo con foga e passione. Tant’è che le parole d’ordine ad alimentare la nostra mente sono “Ti penso, Ti voglio, Ti amo, non posso vivere senza di te, sei l’unica cosa al mondo…”, ecc.
Da contrappeso fa la gelosia che cresce, trasportata dalla forza del sentimento: sei mia, solo mia, non voglio dividerti con nessuno, neppure con l’affetto da e verso i tuoi famigliari più stretti o gli amici. Successivamente dapprima con la routine della vita coniugale e dopo con l’avanzare della maturità e dell’esperienza e ancor più con l’incipiente anzianità, di colpo il sentimento si capovolge. Da conquistatori ci trasformiamo in breve tempo in conquistati. Pertanto, ci fa piacere essere pensati ed amati dal nostro partner. In altri termini il sentimento amoroso da passionale e carnale si trasforma in affetto e vediamo l’altro o l’altra come compagno e non più come preda da conquistare ad ogni costo e da sottomettere, come possesso personale. Nella società attuale specie la prima fase, sobillata com’è dal tutto e subito, ha accorciato di molto la sua durata effettiva. La passione dura di solito lo spazio di un mattino, sostituita dall’amaro in bocca e dal consumismo della quotidianità.
Il tutto sembra condizionato dalla bellezza del corpo e dalla fisicità, la psiche e le emozioni passano in secondo piano. Sta qui il perché dei tanti matrimoni che tramontano, sostituiti dalle convivenze di primo, secondo e terzo letto. Ed è per questo che l’essere amato torna al primo posto. Non importa se verso il nostro partner non proviamo più il fuoco, ma ci accontentiamo di stare insieme e basta. Sull’amore al primo stadio la letteratura è piena. Basti pensare al dantesco amore tra Paolo e Francesca oppure a quello idealmente provato dallo stesso autore della Divina Commedia Dante verso la sua Beatrice. Che dire poi di Giulietta e Romeo nel primo caso o di Ulisse e Penelope nell’altro caso. Insomma, il dubbio amletico resta tutt’ora, nonostante i progressi effettuati dalle coppie sul piano delle libertà civili e dell’uguaglianza. Eccovi ora la poesia in parola di Alexis, su cui ognuno di noi può tirare le somme.
“Innamorato /Tante volte ho chiesto /“mi ami?, mi ami ancora?”/E tu, nella semplicità dell’amare,/” sai che sono innamorata di te,/perché continui a chiedermelo?”/Ma da tempo non più./Sarò cambiato? non mi basta /sapere che mi ami?/Nulla di tutto questo./Sono sempre felice, appagato,/ma non più perché mi ami./Mi sento forte, sicuro,/perché sono innamorato/e nulla può farmi vacillare./Ed è amare,/più che essere amato,/a rendermi invincibile./E io amo,/fortemente amo.”
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.