Sarà in vetrina tra poco, per i tipi de Il Saggio editore, il romanzo Rondini ad ottobre di Raimondo Ardolino .
Tanto, per essere presentato, durante il Rignanestate, la settimana prima del Ferragosto. A determinare da subito l’entità e la qualità dell’opera, per chi ha avuto modo, come chi scrive, di sfogliarlo in oline, è la copertina. Infatti, quest’ultima, ha come distintivo un disegno naif di plastica bellezza e singolarità, rappresentante due corpi umani strettamente avviluppati in un passionale amplesso, di cui si nota solo l’abbozzo delle due teste, ma rimane indistinta , forse volutamente, l’identità del sesso e la reale funzione. “ Un che stanno a fare?”, insomma, che ricalca pedissequamente la storia che si sta per raccontare, che ha come filo conduttore l’intrigo dell’azione e la limpidezza dell’amore. L’opera d’arte in menzione è della pittrice, Giovanna Mele, leccese, come una delle principali protagoniste, di cui si dirà. Non appena si girano le prime pagine del volume, che ne conta circa duecento, ci si accorge da subito di essere di fronte ad un’opera letteraria a mezza strada tra il giallo – poliziesco, il classico – amoroso e la fiction televisiva dei vari Montalbano di Camilleri. Non a caso si parte dalla esperienza di uno dei tanti gruppi giovanili italiani, che si ritrovano d’estate a Barcellona (Spagna) per motivi di vacanza e di lavoro. Sono i vari Mario, Luigi detto Gino, Gianni, Tommaso, ecc.. Solitamente gli stessi, come nel romanzo, fanno parte di una band musicale italo – spagnola bene assortita. Essa ha nella finzione come vedetta – protagonista Naomi, che oltre ad essere una bellezza esotica del tipo ammazza – cuori è una cantante di alto livello. Ci sono poi, Chiara e Giulia, gestrici di un locale alla moda, assai frequentato dai figli di papà e dalla cosiddetta gioventù bruciata, che resta sempre tale, nonostante i corsi e ricorsi della storia di Vico. Sono nomi che balzano subito agli occhi, man mano che si va avanti nella lettura sommaria del libro. Tra questi c’è anche l’uomo misterioso, quello che svelerà solo alla fine il suo vero nome e il ruolo che gioca nella vicenda. Ma per saperlo e cogliere tutte le sfumature di questa meticolosa indagine occorre leggere il libro, la cui lettura, come abbiamo premesso, sin dalle prime pagine attrae ed invoglia a continuare, grazie al suo linguaggio scorrevole e alla voglia di sapere sempre di più su questa intrigata storia d’amore e delitto perfetto. É un romanzo che si legge tutto di un fiato, grazie anche allo stile piano e al linguaggio essenziale. Ma soprattutto ti attrae non tanto l’intrigo delle indagini, non troppo complicato per la verità, quanto le vicende umane e le caratteristiche di tutti i protagonisti che, anche se costruiti dalla fantasia dell’autore che non ha limiti, sono veri e genuini, appartenendo essi alla quotidianità dei nostri tempi, come le tematiche delle coppie gay e delle libertà civili. L’autore, alla sua seconda fatica narrativa, mi ha confidato: “ Ho preso lo spunto da una vacanza da me trascorsa qualche anno fa in una città calda, come Barcellona, che mi ha da subito affascinato per la sua bellezza naturale e la sua internazionalità, il resto appartiene ai sentimenti che si provano in un’età quasi matura, intrisa di ricordi e vicissitudini”. Letterato poliedrico spazia dal vernacolo all’ermetismo Egli, originario di Rignano Garganico, appartiene, infatti, alla classe 1969. Dal 1988 lavora come infermiere presso Casa Sollievo in San Giovanni Rotondo. Ha già pubblicato raccolte di poesie, come: “ La fenèstre de la putéche” (2014), “ Lu pajése jènne e jè de lu pajesane” (2015); “ Mani piene di more”(2017) e il suo primo romanzo “ Passi bianchi” (2018). Il libro sarà presentato in paese verso la metà di agosto.
N.B. Romanzo ambientato tra Barcellona (Spagna) e Gargano.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.