Parte questa sera il primo Festival delle Resistenze, a Monte Sant’Angelo. Si tratta di una tre giorni (23-24-25 aprile) di libri, concerti e storie di partigiani.
A promuovere l’iniziativa ci ha pensato il Comitato Provinciale Anpi, unitamente a Legambiente, FestambienteSud e Libera. Si comincerà, alle ore 19.00, presso la Green Cave di Via Garibaldi,27, con la presentazione del v. “Costituenti di Capitanata” di Michele Galante, che parlerà per primo. Lo seguirà a ruota Saverio Russo, storico e docente dell’Università di Foggia con il coordinamento di Girolamo Arciuolo. Si concluderà con il concerto di GigiQuita, giovane cantautore di Mattinata. Domani sera 24 il discorso sarà incentrato sul libro “Il Giudice e Mussolini” di Raffaele Vescera (scritto ispirato al giudice Mauro Del Giudice indagatore del delitto Matteotti), cui seguirà “Scripta manent”, ultimo lavoro del concertista Sesto Carnera. ”. Entrambe le manifestazioni La giornata di chiusura, il 25 aprile,prevede “Avevano vent’anni”, sessione coordinata da Giuseppe Aulisa, con tre storie di partigiani garganici. Il riferimento è a: Giuseppe Limosani, raccontato dal giornalista Gennaro Tedesco; Pasquale Mazzone, raccontato dal figlio Gabriele; Vincenzo Damiani, raccontato dalla figlia Isabella, accompagnata dalla fisarmonica di Nicola Iavicoli. Si chiuderà la tre giorni con “Tutti i colori di bella ciao”, un omaggio musicale ai canti della resistenza, a cura di Antonio Gabriele, aperto dall’intervento diSasy Spinelli, coordinatore provinciale di Libera. In proposito il predetto coordinamento provinciale dell’iniziativa, presieduto dallo stesso Galante, in veste di presidente dell’Anpi di Foggia e da Franco Salcuni. Longevo Presidente delle associazioni ambientalistiche sopraccitate, ha spiegato così le ragioni del Festival: << I valori della Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo che celebriamo il 25 aprile sono l’atto fondante della nostra democrazia. Farli intendere come un pezzo di storia passata è la strategia dei detrattori delle libertà civili e di coloro che vogliono rimettere in discussione quei valori che hanno dato energia e forza a una nazione che era a pezzi dopo cinque anni di guerra e venti anni di dittatura. Riconoscerli invece non solo come valori, ma soprattutto come orientamento quotidiano per le scelte della politica e della cittadinanza darebbe nuova linfa alla nostra Italia e ci aiuterebbe anche ad uscire dalla crisi morale, sociale ed economica nella quale versa il nostro Paese. Lo spirito della resistenza era, è e sarà una fonte inesauribile di energia per lo sviluppo democratico dell’Italia. Il movimento di liberazione fu una rivoluzione giovanile, in cui una nuova generazione di italiani prese in mano il proprio destino lottando per un cambiamento vero. Oggi la resistenza deve ricominciare a parlare ai giovani, perché ridiventino attori del cambiamento, per costruire più democrazia, più tolleranza, lottare per l’ambiente e contro le varie forme di razzismo, corruzione e criminalità>>.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.