Sui bombardamenti di Foggia del 1943 da parte degli aerei americani si ha un risultato più preciso circa il numero dei deceduti, la data e luogo. A darne notizia ha provveduto la Biblioteca Provinciale di Foggia. Lo ha fatto previo un accurato comunicato stampa diffuso in ogni dove.
Alla redazione di chi scrive è pervenuto in mattinata previo un email a firma del collega Maurizio De Tullio, profondo conoscitore della materia.
Come noto, tale numero inizialmente assommava a circa ventimila vittime, cifra da subito smentita da più parti. Da Qui, l’impegno della Istituzione foggiana di avviare una ricerca approfondita sul tema. Ricerca affidata a suo tempo dall’allora direttore della struttura in parola, Franco Mercurio, allo stesso De Tullio, giornalista e dipendente della medesimo Ente. A suo dire, sul tema la ricerca continua ed è perfettibile.
Ragion per cui, la situazione, come pure il numero dei morti, è soggetto a cambiare continuamente con l’acquisizione di ulteriori dati e date. Ecco, perché è lecito parlare di “monumento virtuale” ai Caduti e non di “marmoreo” o fisso come quelli dedicati alle vittime della I e II Guerra Mondiale, che si vedono ed onorano in tanti luoghi.
Sempre secondo il nostro interlocutore, il numero delle vittime è da ritenersi perfettibile e potrebbe avvicinarsi addirittura ai quattromila morti, tenuto conto che in città al momento non c’erano solo i residenti, ma tanti forestieri, per motivi vari.
Di questi bombardamenti vi sono ancora tanti testimoni diretti. Tra l’altro anche chi scrive, allora aveva appena due anni, che ricorda vagamente uno dei tanti voli che assordavano i cieli di Rignano, attirando l’attenzione di anziani, donne e bambini (gli adulti erano in guerra), che si precipitavano nei punti vedetta per assistere al loro passaggio. Era in braccio a qualcuno, forse alla mamma, e udiva tutt’intorno le voci spaventate degli altri curiosi che assicuravano “ qui non ci fanno niente, ma vanno a Foggia per bombardare!”.
Le prime volte, al passaggio degli aerei si prendeva ogni cosa e si fuggiva in montagna a nascondersi nel bosco o in qualche pagliaio (case in pietra a forma di trullo) e ci si intratteneva fino a quando il malanno non fosse del tutto cessato e il paese salvo.
Si racconta ancora che il 16 agosto del 1943, un emigrato rignanese d’America si trovasse a bordo di un caccia, in qualità di aiutante pilota. Mentre si sorvolava il paese, si accorse che sotto c’era un movimento indescrivibile: una processione in onore di San Rocco, il Santo Patrono.
La folla, a seguito del rumore assordante, preso dallo spavento, cominciò a disperdersi vistosamente, rifugiandosi nelle case o addirittura nelle “fosse” sottostanti, una sorta di bunker , ma con destinazione diversa. Non di uomini, in caso di pericolo, ma di semplici derrate alimentari o di stagionati (formaggi e salami in genere). Ma non successe alcunché. Per cui dopo un po’ tutti ritornarono al lavoro usato.
In questo caso, si parlò addirittura di miracolo. Tra l’altro, che fosse apparso al predetto aiutante – pilota italo – americano addirittura San Rocco in persona che seduta stante avrebbe indotto l’aiutante a non sganciare bombe sulla popolazione inerme del suo paese e a proseguire la rotta indicata dal comando. Al miracolo si grida e si crede ancor oggi, nonostante gli ottanta anni trascorsi dall’episodio.
Al fine di tenere correttamente informati i lettori e dare lustro ed obiettività alla notizia, di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato in parola:
“Partita nel 2013, la ricerca storica portata avanti dalla Biblioteca di Foggia la Magna Capitana per dare un nome al maggior numero possibile di vittime dei bombardamenti aerei su Foggia del 1943 approda a un importante traguardo.
La Magna Capitana presenta oggi, a cittadini, famiglie, autorità, storici e studiosi, l’ultimo aggiornamento della ricerca e, soprattutto, l’estrazione di ben quattro tipi di dati.
Dopo circa nove anni, il risultato è importante e, soprattutto, rincuorante, per l’ampiezza dei dati raccolti e perché, verosimilmente, dimostra come non morirono oltre 20.000 persone, come si è sempre pensato, ma molte migliaia di meno, fortunatamente.
Questa tragica pagina di storia foggiana e italiana è presente in maniera dettagliata, anche se non esaustiva, sul portale della Biblioteca nella Sezione denominata “Meravigliosa Capitanata”.
Secondo gli ultimi dati, aggiornati a febbraio dell’anno in corso, il numero delle persone decedute nel 1943 ammonta a 1.912 unità (1.205 uomini, 636 donne, 71 ignoti).
Va precisato che lo scarto di tre nominativi in meno non va inteso come mera cancellazione di tre deceduti dal precedente aggiornamento di novembre 2021 (che era di 1.915 persone), ma è il risultato della revisione periodica del Censimento, sulla base di nuove indagini, con l’inserimento di nuovi nomi e con la cancellazione di altri, erroneamente inclusi nelle prime due pubblicazioni in rete.
Grazie ai dati aggiornati del Censimento, è stato possibile estrarre una serie di altre preziose informazioni. Innanzitutto l’elenco completo delle fonti utilizzate con l’indicazione dei registri e il numero di deceduti ricavati da ognuna di esse. Un’importante traccia, questa, utile per chi vorrà verificare, contestare, correggere o integrare i dati trovati e pubblicati.
Il dato finale è infatti il risultato della consultazione di numerosi archivi, pubblici e privati. Un percorso vasto e complesso, arricchito da mirate ricerche svolte anche sul web, su documenti monografici e fonti periodiche, consultando gli archivi di altri Comuni della provincia, chiedendo e ottenendo l’aiuto dei cittadini e intervistando numerosissimi anziani.
La seconda estrazione riguarda le date di morte delle persone decedute, un lavoro, questo, che evidenzia con estrema chiarezza che, se da un lato non sapremo mai quante persone perirono in quella estate e nei mesi successivi, dall’altro possiamo rilevare come non furono solo le giornate di bombardamenti a provocare quelle migliaia di morti ufficiali, risultato di una contabilità affrettata e priva di fonti accreditate.
La terza estrazione di dati riguarda invece i luoghi di nascita delle persone decedute. Sebbene elaborato, per ovvie ragioni, non in maniera esaustiva, l’elenco fornisce a tante Amministrazioni Comunali e famiglie italiane, una indicazione più o meno precisa della tragica fine che fecero loro concittadini e familiari e di cui magari, a 80 anni dai fatti, nulla ancora sanno.
Infine l’età dei deceduti. Uno spaccato terribile: dalle 8 ore di vita della persona più giovane ai 93 anni della più anziana. La suddivisione per fasce di età restituisce una immagine eloquente di una parte di generazione di giovani venuta meno a causa di quei bombardamenti e di quella folle guerra.
L’obiettivo della ricerca, come è noto, è quello di coprire il debito di riconoscenza che la Città aveva nei confronti delle migliaia di cittadini che perirono innocentemente in quei tremendi quattro mesi di quell’anno, e delle loro famiglie. Non era pensabile che dopo oltre 70 anni Foggia non solo non avesse un monumento a ricordo di quella tragedia, ma che delle vittime non si sapesse nulla.
Il lavoro condotto dalla Biblioteca punta, come obbligo morale, a rinsaldare la memoria storica attraverso la costruzione di un “monumento” alternativo a quelli tradizionali: un Censimento ove poter leggere i nomi di chi lasciò la vita in quella tragedia, voluta dal Fascismo e aggravata dalle bombe degli Alleati.
È sempre opportuno ribadire come la Biblioteca “La Magna Capitana” abbia inteso svolgere solo una ricerca storica sui nomi e non sui numeri, anche perché non sapremo mai, fino a prova contraria e certificata, quanti perirono.
Ovviamente si tratta di una ricerca in progress: in qualunque momento i dati presenti sul nostro sito potranno essere integrati, corretti o cassati, proprio grazie al contributo dei cittadini o all’affinamento della ricerca da parte del suo curatore – o di chi vorrà farlo – inviando una mail a: m.detullio@regione.puglia.it
Accanto a questo lavoro di ricerca storica – implicitamente sollecitati anche dalle parole dell’ing. Antonio Guerrieri, che nel suo libro “La città spezzata” (1996) invitava a indagare con scrupolo – se ne sta portando avanti un altro, quello sugli sfollati, per documentare l’esodo delle decine di migliaia di superstiti. Anche in questo caso si invitano famiglie e cittadini a comunicare loro storie, sui luoghi di sfollamento, all’indirizzo mail: m.detullio@regione.puglia.it
Qui il link alle quattro estrazioni di dati:
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Infoline: Polo Biblio-Museale di Foggia
Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia
Dipartimento Turismo, Economia della Cultura
e Valorizzazione del Territorio – Regione Puglia
Tel. 0881.706.413
E-mail: info@lamagnacapitana.it
Qui il link alle quattro estrazioni di dati:
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Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.