Giulio Campaniello è stato, ieri sera, ospite d’onore Sulle Strade della Musica, il programma di Isoradio, patrocinato dal Ministero della Cultura e da SIAE, dedicata ai cantautori emergenti ospiti dei microfoni di Elena Carbonaro e Max Locafaro.
Nella sua lunga intervista, Giulio, quasi un fiume in piena, parla del suo paese d’origine e sul perché del suo nome artistico “Subconscio” e del suo essere ‘artista’ musicale di prim’ordine nel mondo delle band nazionali.
Nasce il 23 settembre 1992, a Rignano Garganico, il più piccolo Comune del Parco Nazionale del Gargano. Ma ci resta poco, anzi pochissimo, perché, all’età di appena due e mezzo è costretto ad emigrare nel Capoluogo emiliano assieme alla famiglia.
Scopre il piacere della musica e degli strumenti musicali, quando ha appena otto anni. Il papà Michele e soprattutto la mamma Palmina, ne favoriscono da subito l’inclinazione e lo mandano a scuola di musica. Ma solo per qualche anno. Quindi lascia, per la scuola normale e poi per il lavoro. Vi ritorna a sedici anni e già strega il suo giro di amici adolescenziali per la sua voce nuova e suadente.
Il suo modello canoro è Pino Daniele che aveva imparato a conoscere, ascoltando in auto i suoi successi durante i tragitti Bologna – Rignano e viceversa. Conosce la musica a menadito e inventa il suo nuovo modo di comunicare il suono, aggiornando testi e musiche del passato. Lo fa consultando il suo subconscio, il suo ‘io’ segreto, una parola magica che lo colpisce sin da bambino, tanto da assumerlo come pseudonimo, col quale si fa conoscere in ogni dove.
Di solito si fa vivo in occasione di apertura di concerti ed iniziative in campo a livello territoriale e nazionale. Vedi Salento, per esempio. Una terra, quella della Puglia, in particolare il Gargano, che egli preferisce ad ogni altra zona, vuoi per le sue bellezze naturali e il sole, vuoi per la sua cultura e la musica.
Non è un artista a tempo pieno, come si suol dire, ma coltiva e pratica la sua passione, nei ritagli liberi dal lavoro, quello di elettricista assieme al papà e al fratello. In questo campo, anche in tempi come oggi di pandemia, il lavoro non manca mai.
Con Sanremo si è tenuto in stretto contatto, oltre che con l’intervista in parola ed ha apprezzato tutto il nuovo che ne viene fuori, privilegiando i pezzi che più assomigliano ai suoi. E non dispera che anche il suo nome sarà scoperto ed inserito un giorno nel Festival. Ad Maiora!
N.B. Eccoti di seguito il video-intervista-
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.
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