Grande e partecipato successo per il convegno sulla commemorazione di Gaetano Gifuni, svoltosi l’altro giorno in pompa magna al Teatro Garibaldi di Lucera,
sua città natale, stracolmo come non mai di variegato pubblico (compresi i figli Giovanni e Fabrizio ed altri famigliari) che ha seguito con viva attenzione ed animo commosso le relazioni tenute dagli illustri relatori , di cui si dirà. Il ricordo del personaggio, ritenuto uno dei più illustri nella storia dell’antica e storica città, si rinnova a distanza di pochi mesi dalla sua scomparsa avvenuta a Roma il 18 agosto 2018. Qui Gifuni aveva percorso tutti i passi della sua luminosa carriera, quale Segretario Generale del Senato e poi della Presidenza della Repubblica, cessata nel 2006 per raggiunti limiti di età. L’incontro è stato promosso, con il patrocinio del Comune, dalla Società di Storia Patria, dalla Fondazione Angelo e Pasquale Soccio e dalla Famiglia Dauna della Capitale. Dopo i saluti del sindaco Antonio Tutolo e del presidente della Fondazione Soccio, Michele Galante, ha preso la parola Giuseppe Trincucci, presidente della sezione locale della Società di Storia Patria, che ha svolto anche il ruolo di moderatore. Quest’ultimo, ha cominciato con la lettura di un messaggio di saluto del presidente dell’Anpi, Carla Federica Nespolo, che conobbe Gifuni durante la sua esperienza da senatrice negli anni ’80, anni in cui l’alto dirigente pubblico era Segretario Generale in quel consesso. Trastulli nel suo intervento ha sottolineato con accenti commossi gli episodi salienti legati alla figura di Gifuni, da lui conosciuto nel lontano 1942 , allorché entrambi erano dei fanciulli. Poi ha detto testualmente: “Già al liceo si intravvedevano in Gifuni le doti, le qualità, la passione per lo studio, per il diritto, la politica che lo portarono poi ad avere la carriera che ebbe”. Quindi, ha messo in evidenza altri ricordi di episodi significativi riguardanti il suo amico “Gaetanino”, così lo chiamava confidenzialmente. DamianoNocilla, consigliere di Stato e Segretario Generale del Senato pure lui, attingendo alla personale conoscenza di Gifuni sin dal 1977,ha riferito diversi aneddoti, evidenziando dello scomparso il profondo rispetto che per il Parlamento e la sua profonda conoscenza delle norme, tale da rendere inattaccabili e le sue puntuali relazioni. Infine, ha concluso Il giornalista ed editorialista del “Corriere della Sera”, MassimoFranco. Quest’ultimo, nel riferire che la sua conoscenza diretta del personaggio, risale al 1992, allorché Gifuni era a capo della segretaria generale della Presidenza della Repubblica. Il relatore ci riferisce fatti più intimi della sua umanità, come l’essere superstizioso, la sua paura per i viaggi in aereo, il suo essere meridionale sino al midollo, ecc. Nel contempo il Franco ha sottolineato in lui la centralità delle istituzioni e delle leggi, a garanzia del sistema democratico, a cui si era dedicato per tutta la vita. Altresì, l’editorialista, ha messo in evidenza i timori che aveva manifestato il commemorato nei confronti del trapasso della Repubblica (1933 – 1966) dal sistema proporzionale a quello maggioritario, di cui si discute ancor oggi, con la riduzione dei componenti nelle due Camere.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.