Mercoledì 8 agosto, con inizio alle ore 19,30, si ripeteranno due sagre che stanno molto a cuore ai Rignanesi, per le ragioni che si diranno. Si tratta della sagra della carne di capra cotta in acqua e sale e della Musciska. La prima giunta alla 36^ edizione e l’altra alla 27^.
Entrambe costituiscono un appuntamento da non perdere, per via della gustosità degli anzidetti piatti legati alla storia e tradizione di questi luoghi. Anzi qualche centro che in passato ha avuto la sbadataggine di copiare l’una o l’altra è stato puntualmente sbugiardato dai fatti. Il tutto vedrà lo svolgimento nello spazioso Largo Portagrande, che fa da una parte anticamera al pittoresco Borgo antico di origine e fattura medievale, dall’altra si collega alla Ripa – Belvedere, da dove è possibile ammirare lo sconfinato ed ampio panorama mozzafiato sull’immenso e variegato (nei colori e nelle forme degli appezzamenti dei terreni) Tavoliere.
A promuovere l’iniziativa ci ha pensato ancora una volta l’associazione Pro Loco, rinnovata e ringiovanita negli ultimi tempi in tutti i suoi ranghi. Ovviamente lo fa col supporto – patrocinio dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Luigi Di Fiore e dal consigliere delegato al ramo, Giuseppe Motta. A queste cose l’Ente Locale ha sempre creduto e crede per davvero , in quanto costituiscono fattori suscettibili, unitamente al Museo di Paglicci d’imminente apertura, di fare decollare finalmente il Turismo culturale ed ambientale del paese. Altresì, quest’ultimo, avrebbe tutte le carte in regola per tentarci.
Infatti, ha alle spalle una plurisecolare tradizione, essendo stata una realtà impastata di transumanza. Non a caso era una delle Locazioni (isola amministrativa dei grandi pascoli) più ricche della provincia, con le sue innumerevoli poste e capi-poste che si estendevano a dritta e a manca e che ancor oggi danno nome e cognome alle attuali contrade e località. Tra le più rinomate c’era il capo posta di Villanova, alle pendici del piccolo centro, da sempre crocevia commerciale e in particolare in quel periodo luogo di scambio-merci tra i più importanti del Tavoliere con panetteria e luogo di rifornimento di merci più disparate e consone all’economia dell’epoca. Non mancava la ‘macelleria’, ossia il locale dove affluivano a bizzeffe carni ovine e caprine, per lo più dovute alla moria di un bel po’ di animali per indigestione di erbe cosiddette gentili. Qui alla bisogna accorrevano a fare incetta tutti i possibili acquirenti, dai contadini del posto ai pastori transumanti.
Al momento della vendita, specie dopo l’emanazioni di apposite ordinanze per limitarne gli abusi, vigilavano i ‘mazzettieri’, ossia le guardie della Dogana del Capoluogo. A quel tempo non c’era luoghi refrigeranti per la conservazione di tanta carne. Ma l’uomo è ricco d’inventiva. Così che una volta salata la carne, tagliata a striscia e marinata come si deve, aiutandosi con il seme di finocchio, peperoncino ed altre erbe odorose, il tutto veniva stesso come panni al sole per l’essiccazione.
La provvista aiutava gli stanziali nella alimentazione proteica durante il periodo invernale e i pastori transumanti nel corso del viaggio di ritorno dei loro numerosi armenti. Così nacque l’industria della Musciska. Una tradizione che tutt’ora dura, grazie a questo tipo di iniziative. Per lo più la carne si consuma fresca e arrostita al fuoco. In montagna regnava e regna ancora sovrano l’allevamento della capra. Animale, quest’ultimo, che detesta il mangime artificiale, ed ama arrampicarsi sulle rocce per gustare le erbe più prelibate e sapide. Da qui deriva la gustosità delle sue carni, specie se procurate durante i mesi di luglio ed agosto, allorché gli animali stanno lontani dalla riproduzione e sesso, ma soprattutto perché mangiano erbe secche. Sta qui la bontà di queste carni e l’invenzione della sagra, che punta, oltre alla crescita e valorizzazione gastronomica, soprattutto all’aumento degli allevamenti, ridottisi notevolmente negli ultimi decenni per via della crisi e della poca economicità del settore.
L’assaggio dell’uno e dell’altro piatto sarà servito su apposite tavolate, accompagnate da pane e vino locale, nonché da canti e musiche della tradizione messi in atto dai “Tarantula Garganica”.
Buon appetito!
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