Il Monumento ai Caduti di tutte le Guerre non ‘è più a Rignano Garganico. Divelto il ricoprimento marmoreo, abbattuto lo scheletro di cemento armato, anzi polverizzato a poco a poco dal braccio meccanico. Ma a quanto pare sarà restaurato, risistemato e riposizionato in altra area (purtroppo non conoscendo il progetto non si può aggiungere altro).
C’è voluta quasi una settimana. Al suo posto continuano i lavori in corso, diretti alla realizzazione di una nuova ed ampia piazza contornata di verde e di panchine e luci, su cui si affaccia nella sua struttura semplice la Chiesa di San Rocco, compatrono del paese, assieme all’Assunta. Ciò che stupisce e in un certo senso offende l’intelligenza e la coscienza è che il tutto sia avvenuto nel più completo ed assordante silenzio di chi avrebbe dovuto difenderne almeno la memoria, ossia gli amici e i sostenitori ancora in vita del Monumento, l’opposizione e perché no gli eredi della Democrazia Cristiana. Partito, quest’ultimo, che a quel tempo era tutto in termini di amministrazione e di potere, per di più diretto e rappresentato da due individualità di primo piano tra i più importanti e rappresentativi della storia locale.
Il riferimento è Antonio Martelli, segretario e stratega di lungo corso della DC e al sindaco pro tempore, Luigi Gabriele Draisci. Il primo, personaggio assai noto ed apprezzato in provincia per la sua empatia e incisività in campo religioso, politico e sociale. L’altro docente elementare e medio di lungo corso, nonché preside della locale Scuola Media Statale, che per ben tre lustri ha guidato il Comune di Rignano, conquistando il consenso – rispetto di ogni strato della popolazione, per le sue rare doti di carattere e di cultura.
Che fosse ritenuta un’opera estremamente importante, lo testimonia un articolo apparso all’epoca su La Gazzetta del Mezzogiorno, che riportiamo volentieri di seguito. Tanto, al fine di tacitare le coscienze di alcuni e nel contempo per conservarne la memoria storica del manufatto e tramandarla alle future generazioni e a tutti coloro, vicini e lontani, interessati a conoscere le proprie radici. Ecco l’illuminante articolo in questione, compresi i titoli e sottotitoli, apparso su La Gazzetta del Mezzogiorno del 28 maggio 1970:
“Monumento ai Caduti/mercato e scuola/ inaugurati a Rignano/ Rignano Garganico 28 maggio. Il sottosegretario ai LL.PP., on. Vincenzo Russo, ha inaugurato varie opere pubbliche realizzate dall’uscente amministrazione democristiana., fra le quali il monumento ai Caduti in piazza S.Rocco, il campo sportivo, il mercato coperto e il nuovo edificio della scuola materna.
Qui il sindaco prof. Luigi Draisci ha ringraziato l’on. Russo per il suo concreto interessamento che ha permesso la realizzazione delle opere succitate. Il sottosegretario, rispondendo all’indirizzo di saluto, ha ricordato tutti i caduti di Rignano nelle varie guerre. Il loro sacrificio per una Italia indipendente – ha detto – va tramandato con grande onore nei secoli. Esso ci deve spronare oggi a migliori conquiste anche in campo sociale ed economico e ad operare in modo più giusto e migliore in favore di tutta la nostra popolazione.
Per frenare l’emorragia dell’emigrazione – ha soggiunto Russo – il Governo sta facendo molto. La Capitanata è tra i punti di riferimento dello sviluppo economico del Mezzogiorno, quello sviluppo tanto auspicato e che ci metterà all’avanguardia fra i centri industriali. La patria dei nostri emigrati è la nostra città, è l’Italia, e qui essi dovranno tornare.Russo ha concluso che da più parti si cercano di minare le istituzioni democratiche del paese. Ma gli italiani non permetteranno a nessuno di distruggere questa nostra democrazia che con tanti sacrifici abbiamo finora conquistato.
Alla manifestazione sono intervenuti il prefetto Di Caprio, il questore Valenti, il col. Turco, il ten.col. Di Noto, comandante provinciale dei CC, i Comandanti dei Gruppi di Foggia della P.S. e della G.d F. e mons. Cascavilla”.
In un prossimo e imminente articolo si parlerà degli altri protagonisti. Ossia dei progettisti – artisti, dell’impresa e degli esecutori dell’opera. E ciò in conformità al ruolo della storia e del suo scopo didattico e formativo per antonomasia.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.