Continuano i lavori di abbellimento del paese, a Rignano Garganico.
In primis, c’è il quasi-finito Belvedere (alias Ripa) che attira da fuori ogni giorno che passa sempre più gente, interessata ad ammirare il suo splendido e sconfinato panorama, con annessa panchina gigante e la fontana – natura con le sue acque sgorganti direttamente dalle rocce, sovrastate a loro volta da una miriade di plurisecolari case e casupole, come in un presepio. Più in là, in contiguità, c’è il suo prosieguo più bello, il cosiddetto “Pizzo dell’orto”.
Quest’ultimo racchiude, infatti, una piazzetta a semicerchio, con il Monumento a Don Bosco che acquisisce, a differenza di prima, forma e dimensioni proporzionate, grazie al taglio dei pini contorti ed usurati e alla risistemazione del verde pubblico intorno con prato ed alberi più modesti. In prossimità dell’antico ed inattivo Edifizio Scolastico di stile impero del passato regime c’è altresì il nuovo complesso denominato vecchia palestra con annesso ed ampio cortile pavimentato a nuovo, sui cui lati ovest e Nord si affacciano i nuovi fabbricati del cosiddetto centro polivalente pro-anziani.
Accanto ci passa Corso Roma, già visitato lo scorso anno dal Presidente Emiliano, dove sono ormai agli sgoccioli i lavori di pavimentazione lapidea con contestuale rimessa a nuovo delle tubature idriche e fognarie sottostanti, nonché quelle dello scolo delle acque bianche e soprattutto le infrastrutture elettriche e della fibra ottica. Arriviamo, poi, alla ciliegina sulla torta, ossia all’opera più grandiosa ancora in nuce. Il riferimento è alla nuova piazza grande di San Rocco, la più ampia di tutti i tempi, non solo del piccolo centro ma anche di quelli contigui.
La piazza è ora possibile, grazie all’abbattimento del voluminoso obelisco dedicato ai Caduti della II Guerra Mondiale. Di esso si dirà a parte, grazie ad uno studio e relativa pubblicazione messa in atto dall’architetto Gianfranco Piemontese, ricercatore e critico d’arte super. Va precisato che il medesimo ricordo lapideo, affidato alla “MastromauroMarmi” di San Marco in Lamis, vedrà all’opera, come titolare, il marmista ‘sammarchese – rignanese’, Luciano omonimo. Lo stesso sarà ripristinato a breve e con decoro più in là.
Ora parliamo della piazza. La stessa abbraccia una zona zona vasta che ha come vertice, da una parte la facciata della Chiesa di San Rocco e dall’altra l’incipiente Corso Roma, che porta a Largo Portagrande e al Borgo antico, con annesso Palazzo-castello baronale, il Museo Paleolitico di Grotta Paglicci, la bellissima Chiesa Matrice di fattura rinascimentale e tutto il resto di aspetto ed origine medievale. I lavori sono appaltati alla Ditta Power Building di Apricena su progetto e direzione dell’ingegnere Antonio Fiore del luogo.
Sulla piazza, oltre a quella omonima che la costeggia, confluiscono tante altre ed importanti strade urbane. Tra l’altro, il resto della Via Leonardo Da Vinci, su cui si affacciano il nuovo Municipio, coincidente in parte con al S.P. per San Marco in Lamis, Via Dante, Via Marconi, ecc. La nuova struttura, oltre che di pavimentazione lapidea, sarà dotata di verde pubblico e panchine adeguate. Su di essa si affacciano da tutti i lati fabbricati costruiti negli anni ‘50’60, comprensivi di case ex-popolari. Sull’ottica e l’ estetica sono quasi tutti d’accordo, sull’utilità un po’ meno, visto che gran parte della popolazione, affascinata com’è, negli ultimi decenni, dalle comodità offerte dalla società del cemento, si è sempre spostata in periferie più lontane e asociali.
Entusiasta l’assessore al ramo Giosuè (per tutti noto con il solo nome), che al riguardo chiosa: “I soldi non piovono, ma si conquistano con la serietà e gli obiettivi. Ne avremo altri ancora e li indirizzeremo tutti sull’abbellimento del paese e sul suo sviluppo turistico ambientale, museale ed enogastronomico” Staremo a vedere!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.