Dopo un silenzio pressoché assoluto, perdurato circa 110 anni, il ricordo di un italo – americano, torna di nuovo alla ribalta, a Rignano Garganico. Di lui si era persa ogni sua traccia a guerra inoltrata del I conflitto mondiale. Si tratta di Giuseppe Scipione Del Vecchio, classe 1885, emigrato negli USA nel settembre 1912. Lo stesso, dopo una corrispondenza fitta con la moglie Maria Vittoria Novelli, era sparito dalla memoria familiare e collettiva, come se fosse letteralmente morto. Tant’è che in paese, quando si subiva qualche torto, si diceva in segno di minaccia – sfottò : “smettila, se non vuoi fare la fine di Scipione”.
Invece, sfruttando la sua maschia bellezza alla “Rodolfo Valentino”, si dà alle pazze gioie dell’età, forse perché sospinto dall’astinenza, ma anche per dimenticare la moglie, che oppone resistenza al ricongiungimento, come emerge dalle predette lettere. Teme per sé e il figlio Matteo, che a quel tempo aveva appena pochi anni, e non potevano affrontare un viaggio così lungo. Siffatte titubanze e incendi di amore si riscontrano in quasi tutte le missive, di cui si dirà. Ecco in breve la vita trascorsa in Italia e l’identità della sua famiglia d’origine. Il vissuto in America sarà raccontato, invece, in un altro scritto di prossima pubblicazione, a firma del suo pronipote Jeremy Wayne Spurlock, quarantenne sposato che vive a Lousville. E’ nipote di Joe E. Dell (cognome abbreviato di tipo anglosassone al posto di Del Vecchio), uno dei 6 figli del protagonista della nostra storia. Quest’ultimo nasce a Rignano Garganico, il 19.09.1885 da Matteo e da Gianfelice Maria Giuseppa, detta Giuseppina, nella casa di Via Chiesa 15.
Appena grandicello non viene mandato a scuola, ma ‘a padrone’, come si diceva allora, per guadagnarsi il suo pezzo di pane quotidiano, assieme al genitore, ora presso i Ricci, ora presso i De Maio, i più ricchi proprietari terrieri del paese. Qui impara a sopportare la fatica e cresce, attraverso l’esperienza, nello spirito e nel corpo. Fin dall’adolescenza si fa notare subito, come accennato, per la bellezza del viso e della robustezza del fisico, la cui altezza si attesta a circa 1,70, piuttosto considerevole per quei tempi, soprattutto per chi esercitava il mestiere bracciantile. Lo adocchiano più di una donna, ma lui pone da subito gli occhi addosso sulla sua quasi coetanea Maria Vittoria Novelli, una giovane lavoratrice come lui , che gli dà tanta sicurezza. La stessa era nata in paese il 29.07. 1884. L’8.10. 1905 , celebrato il matrimonio, i due sposi vanno ad abitare nelle vicinanze della casa paterna di lui, in Via Chiesa 4. Dalla coppia nasce il 10.03. 1911 il figlio Matteo. Giuseppe si sente più responsabile ed ha tanto autostima di sé. Vuole lasciare assolutamente il paese, per cercare fortuna altrove per sé e per la famiglia.
A quel tempo la via dell’emigrazione, come altrove, ha come oggetto del desiderio l’America in senso generale e gli Stati Uniti, in particolare, un paese che si sta industrializzando a vista d’occhio e che ha bisogno ad ogni costo di mano d’opera. La pubblicità si fa tramite le lettere che arrivano alle famiglie. Di Rignanesi in America c’erano i primi arrivati, a cominciare da Nicola Fania e da Michele De Felice, che mettono tenda a Cleveland (Ohio), ma la maggior parte fa capolino a Philadelphia, dove per primi si stabiliscono i Signoritti e successivamente i rampolli Iannacci, Del Conte, Ramunno, Cozzetti ed altri. Forse sono le storie dei primi due, a riscaldare la mente e il desiderio di Giuseppe Scipione, ovviamente tramite le confidenze e il vanto diffuso dai loro famigliari. Perciò un certo giorno del mese di luglio del 1912, dopo aver assunto un prestito pecuniario presso il parente della moglie, Antonio Novelli. Prestito, quest’ultimo, che sarà saldato subito dopo le sue prime rimesse, come evince in una lettera.
Con questi soldi in portafoglio e il bagaglio si mette in viaggio per raggiungere il porto di Napoli e pagarsi il biglietto di trasporto marittimo. I primi quattro anni di emigrazione sono testimoniati come accennato, da una decina di lettere pervenute fino a noi, l’ultima è datata 29 novembre 1916. Poi Il figlio del nostro protagonista, Matteo, sposa Raffaela De Angelis. Dalla coppia nascono il 24.04. 1938 il primo figlio Giuseppe Scipione, detto Pinuccio, e il 18 novembre 1941 il secondo figlio a cui viene dato il nome di Domenico. Figlio che non conoscerà mai, perché il 19 dicembre 1942, risulterà disperso nella disfatta subito dall’esercito italiano e dai suoi alleati. Del ramo della famiglia si è riusciti a stendere un albero genealogico. Il capostipite è Scipione Del Vecchio, nato il 17.11.1818 da Matteo di anni 50 e da Gentili (e) Leonarda di anni 40. Lo stesso si sposa, poi, con Oronzo Leonarda, nata il 6.05. 1925, figlia di Saverio (28 anni) e di Grazia Cozzetti (anni 22). I fratelli e sorelle di Giuseppe sono: Maria, 25 gennaio 1877; Leonarda, 26 gennaio 1878; Vincenza, il 7 febbraio 1982 (morta il 5 gennaio 1965); Saverio, nato il 12 dicembre 1888 e Rosa (citata in una lettera), che, coniugata con un altro Del Vecchio, dà alla luce Antonio (classe 1911), deceduto ultranovantenne,nella casa di riposo “M. G. Barone” in quel di Foggia. Eccovi ora la sintesi del suo discendente americano citato all’inizio. A suo dire, la nave che trasporta Giuseppe Scipione, si chiama SS. Luisiana, che salpa da Napoli alla volta dell’America, il primo luglio del 1912, dove sbarca due settimane dopo nel porto di New York e poi da qui raggiunge il cugino Michele De Felice e i suoi figli a Lousville, Ky. Quindi, lo troviamo a lavorare a Cleveland e in altri luoghi, come documentato dalle lettere, il cui flusso si interrompe definitivamente nel 1916. Nel 1918, secondo il citato racconto del pronipote, sposa in Virginia la vedova Annie Rice Craig, che si mangia tutti i suoi risparmi, impedendogli di pagare il viaggio di richiamo negli Usa della moglie Maria Vittoria.
Dopo una serie di peripezie l’uomo, liquidata la precedente sfruttatrice, conosce nelle vicinanze delle miniere di carbone dove lavora da alcuni anni, Birdie Florence Payne, di cui si innamora perdutamente. “Galeotto” è il piccolo figlio di lei, Otis, che si affeziona da subito al nuovo padre. La sposa e si stabiliscono a Bell Country, Kentucky, dove trascorrono il resto della loro vita come agricoltori. Qui i due mettono al mondo 6 figli: Frank (classe 1922); Salvene (1929); Josephine (1927), detta “Jesse”, ossia Giuseppina, come la nonna paterna. Poi viene: Johnny che morirà di scarlattina ad un anno; Joe E.Dell (1933), omonimo del padre e nonno del nostro ricercatore americano, assieme alla moglie Kathlene; infine, Maria Maddalena (1936), ultimogenita che morirà nel 2019. Ma non se la passano liscia dalle disavventure e tragicità i due sposi protagonisti. La figlia Josephine sin da giovanissima si fa notare per la sua straordinaria bellezza. All’età di 15 anni sposa Critten Grey, un uomo di dieci anni maggiore di lei, assai geloso ed irascibile. Per cui la loro vita diventa presto un inferno, nonostante i due figli da poco procreati. Una sera durante una delle tante liti causate dalla gelosia, l’uomo ammazza la moglie nel letto e fugge. Dopo preso sarà condannato a 24 anni di carcere. In famiglia si coltiva l’odio.
I fratelli Salvene e Joe aspettano l’uscita dal carcere del cognato per compiere la vendetta. Ma quando mancano appena qualche anno dalla liberazione dell’omicida. Joe e il fratello si convertono al cristianesimo per fede abbandonano il loro disegno vendicativo. Questa storia farà tanto soffrire il capostipite, che trascorrerà gli ultimi anni di vita dedicandosi alla coltivazione dell’orto che circondava la sua casa. In cucina ama tanto i peperoncini piccanti che li usava in ogni minestra, così come fanno ancor oggi tanti rignanesi. Tutto questo grazie, alle loro note virtù di affinamento del gusto e del sapore, ma soprattutto delle sue presunte proprietà afrodisiache. Curiosa la spiegazione dell’abbreviazione del cognome Del Vecchio in “Dell”, sigla, quest’ultima che si stampa meglio sull’elmo dei minatori, per essere identificati a prima vista durante qualche disgrazia in miniera. Da rilevare, infine, che dopo la morte del figlio Matteo, la madre Maria Vittoria Novelli percepisce una pensione di guerra e dal censimento del 1951 confluisce nel foglio di famiglia della sorellastra (di padre) Novelli Rachele, a partire dal 4/11 dello stesso anno.
Nella foto degli anni’60, Giuseppe Scipione Del Vecchio, detto Joe Dell, e la moglie americana Birdie.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.