Alla conferenza, che sarà tenuta dall’architetto archeologo Alfredo de Biase in chiesa madre, martedì 24 agosto, alle ore 20.00, sarà esposta anche una Tabula Peutingeriana, a Rignano Garganico.
Tanto per circostanziare anche dal punto di vista cartografico l’esistenza remota della cittadina garganica, già nota anche per via della Grotta Paglicci di epoca Paleolitica, di cui è risaputo in tutto il mondo, nonché dei suoi due dolmen (Lamasecca e piana della Madonna di Cristo) risalenti all’età dei metalli. Vi sono poi i reperti di ceramica scoperti dal Gruppo Speleologico locale durante gli scavi per la costruzione del muraglione del Giro Esterno Est, confermando che il paese era attivo già nell’alto Medioevo, così pure le tombe emerse durante l’alluvione del settembre 1982, a Villanova.
A spiegare, poi, la vicinanza delle sue origini anche al periodo romano, vi sono alcune tombe scoperte lungo la pedegarganica, strada che ricalcherebbe secondo gli studiosi quella che si collegava in epoca romana con l’antica Siponto, Di queste si conserva addirittura un cippo, visionabile sino a poco tempo addietro all’ingresso dell’odierno Museo Paleolitico di Grotta Paglicci.
Di essa riportiamo per economia di spazio e di sintesi solo la traduzione italiana del testo latino che segue, operata e controllata suo tempo mediante internet da una equipe nazionale ed internazionale di esperti: “ Il padre…Alis e la madre Isias fecero al figlio benemerente che visse 9 anni 11 mesi e 8 giorni. La presenza nel testo di una piccola foglia di Hedera Distinguens (simile ad un cuoricino) ci permette di datare l’epoca.
L’uso di essa, come forma di punteggiatura da parte degli scappellini si troverebbe solo in epoca romana imperiale da Nerone (68 d.c.) in poi. Ritornando alla Tabula Peutingeriana, la stessa, come risaputo, è una copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie stradali che serviva ai viaggiatori che attraversavano l’impero e il mondo conosciuto d’allora. La stessa fu portata alla ribalta dal romanista Peutinger.
Quella in questione, invece, è una copia anastatica di proprietà del relatore, la seconda in Capitanata, dopo quella posseduta dalla Biblioteca Provinciale. Il rotolo misura 7 m x 0,45. In Chiesa, con ogni probabilità sarà esposta solo la parte che interessa la nostra zona (vedi foto). Il tema odierno in discussione, come noto, riguarda lo studio eseguito dal de Biase di ricostruzione delle modifiche architettoniche e restauri intervenuti nella struttura dalle origini fino al 2000.
Studio, quest’ultimo, già presentato ed applaudito in vari simposi nazionali ed internazionali.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.