Semplificare e sburocratizzare sono ormai parole vuote e senza senso. Anzi, più se ne parla, più determinate regole o procedure diventano farraginose e complicate. E’ quanto accade nella Sanità, dove al primo posto non c’è l’uomo e la sua salute, ma il visto o l’osservanza tecnica.
Lo è per alcuni medicine prescrivibili e spedibili presso le farmacie solo con il rilascio del relativo Piano terapeutico appropriato. Di solito si tratta di farmaci costosi e destinati ad alcune malattie croniche o rare difficili da curare, come la BPCO, ecc. Il predetto attestato va obbligatoriamente rilasciato dal medico specialistico o dall’azienda ospedaliera e non dal medico curante, come lo si fa per tutte le altre medicine. Tale prassi diventa incomprensibile e difficile, specie in occasione di scadenza – rinnovo del documento. Infatti, se non si ha questa carta, niente medicine, niente continuità terapeutica. A rimetterci, come al solito, è il paziente più debole, costretto talvolta a saltare questo o quell’altro medicinale spesso considerato salva – vita. E questo per l’inevitabile perdita di tempo che si ha nel reperire lo specialista di turno Asl o quello ospedaliero, per di più operanti in strutture lontane dalla propria residenza, puntualmente malservite dai servizi di trasporto pubblico di linea. E il caso, per esempio di Rignano Garganico, paese dimenticato da Dio e dagli uomini. Sei costretto a recarti obbligatoriamente a San Marco in Lamis, dove ha sede l’ufficio distrettuale dell’Asl, o a San Giovanni Rotondo, per reperire, se lo trovi, lo specialista che si è occupato di te, durante il ricovero ospedaliero. Insomma, è una sorta di scala di Sant’Anna, difficile da salire e da capire, soprattutto quando hai strumenti di sapere limitati, come si riscontra nel popolo minuto. Non sai a che Santo votarti! Se il medico curante ti prescrive la o le medicine contenute nel piano in parola rischia addirittura di essere sanzionato e rimetterci di tasca propria. Ed allora ci si chiede, perché la Regione non semplifica il procedimento, autorizzando il medico curante, in caso di continuità terapeutica prescritta dallo specialista o di certezza scientifica appresa dalla prassi, di rinnovare autonomamente siffatti documenti? . Per chi ne vuole sapere di più sul tema, pubblichiamo di seguito un appunto “spulciato”, apparso qualche tempo fa su una rivista specializzata on line. <<La prescrizione di alcuni farmaci ad alto costo per malati cronici, richiede la redazione di un Piano Terapeutico da parte dei medici ospedalieri, da inviare all’ASL, al medico curante e all’assistito. Questo piano terapeutico autorizza i medici di famiglia a rilasciare agli assistiti le ricette per ritirare in farmacia i medicinali idonei ad effettuare le cure a domicilio con onere a carico del SSN. Può accadere tuttavia che i medici specialisti, aventi in cura nei servizi ospedalieri i pazienti ambulatoriali, dopo aver redatto un primo piano terapeutico (di solito di durata semestrale o annuale) omettano di rinnovarlo. In questo caso il medico di famiglia potrebbe trovarsi davanti al prioritario dovere professionale di garantire comunque agli assistiti malati cronici la dovuta continuità di cura nei tempi utili rinnovando la prescrizione senza piano terapeutico, esponendosi così a contestazioni da parte di quelle ASL che antepongono gli adempimenti burocratici all’incontestabile necessità del farmaco per la malattia del paziente…Dunque per un disservizio creato …dall’omissione del rinnovo dei piani terapeutici da parte degli specialisti, i medici di famiglia si trovano anche a dover giustificare le prescrizioni di farmaci a carico del SSN, col rischio di improprie richieste di rimborso del costo dei farmaci prescritti a causa dell’ostacolo burocratico dovuto a terzi, cioè l’omissione del rinnovo del piano terapeutico. …L’art. 30, comma 1, dell’ACN (Accordo Collettivo Nazionale) 2005 per la medicina generale afferma che non possono essere oggetto di contestazioni a carico del medico di famiglia le inosservanze derivanti da comportamenti omissivi di altri operatori delle Aziende Sanitarie. In realtà, la prescrizione di farmaci idonea alle reali necessità degli assistiti… è riconosciuta appropriata e non costituisce danno erariale da parte del medico, indipendentemente dal rinnovo formale del piano terapeutico, come affermato da talune sentenze…Inoltre le malattie che richiedono la necessità di questi farmaci ad alto costo sono direttamente verificabili d’ufficio da parte delle ASL che dispongono già nella propria documentazione agli atti delle attestazioni di rilascio agli aventi diritto dei codici di esenzione ticket per malattia specifica e di tutti i dati sanitari necessari ad una verifica interna sull’appropriatezza di prescrizione. Il rischio attuale è che si spingano i medici, ventilando sanzioni economiche, ad anteporre i vincoli burocratici al diritto di cura dei cittadini in tempi utili, lasciando indebitamente i pazienti con pericolose interruzioni di cura, senza risolvere l’annosa questione sia di potenziare le farmacie distrettuali affinché siano in grado di assistere ad un minore costo tutti i pazienti che lo richiedono e sia di garantire il rinnovo dei piani terapeutici da parte degli specialisti. Va rilevato che gli specialisti ospedalieri e convenzionati sono tenuti ad inviare copia del piano terapeutico alle ASL e agli assistiti…>>.
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Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.