Carissime Rignanesi, Carissimi Rignanesi,
sto subendo da alcune settimane attacchi sconsiderati da parte di certi soggetti tra i 60 e i 75 anni sia tramite social, sia tramite messaggistica privata.
Inizialmente ero provato dalla necessità di rivolgermi alle forze dell’ordine per presentare apposite querele. Poi la mia parte giornalistica è stata sopraffatta da quella infermieristica e mi sono bloccato.
Mi sono detto: “proviamo a capire cosa c’è sotto a tutto questo malessere”. E la risposta è stata devastante.
Da giornalista e da sanitario mi è stato facile scoperchiare una padella che bolliva da tempo e che chiedeva aiuto; ho trovato un mondo sommerso che mi ha fatto riflettere: “questa gente ha veramente bisogno di aiuto”.
Che ho fatto?
Per prima cosa mi sono tenuto lontano dal rispondere a queste persone, che per me da oggi diventano pazienti. Poi ho segnalato i singoli casi agli uffici sociali competenti perché intervengano con discrezione per capire cosa sta succedendo e come porvi rimedio con l’assistenza diretta o con percorsi di recupero personale e sociale.
Cosa ho scoperto?
Un mondo che non conoscevo o che avevo forse inconsciamente dimenticato, fatto di ludopatia, alcolismo, uso di sostanze stupefacenti e sindromi psichiatriche rivenienti da demenze o anni di isolamento privato.
Cosa intendo fare?
Sono mancato 12 anni da Rignano. Al mio ritorno ho trovato un paese peggiorato, con quelli che avevano 50-60 anni e sembravano persone vitali e punti di riferimento che oggi sono diventati pazienti da gestire perché legati al gioco, all’alcool, alle droghe e a malattie dello spirito e della mente. Su queste persone posso fare poco, se non quello che ho già detto: segnalarle a chi di dovere per tentare percorsi di recupero. Anche se la vedo dura.
Sulle nuove generazioni si può fare tanto, da qui il mio appello ai tre candidati sindaci delle liste Viva Rignano Viva, Uniti per Rignano e Rignano che vorrei a non sottovalutare questo mondo sommerso e ad inserire nei loro programmi azioni di intervento mirate proprio a chi soffre di questi disturbi e patologie.
Facciamolo per i nostri ragazzi e bambini, facciamolo per la serenità di un popolo che non può più vivere nascondendosi dai rimproveri social di chi ha problemi sociali e sanitari.
Continueremo a parlare dell’argomento finché non si prenderà coscienza che il fenomeno esiste e che non va sotteso mai più. L’omertà in questi casi può fare più danni….
Giornalista, scrittore ed Infermiere. Dirige il quotidiano sanitario nazionale www.assocarenews.it.
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