Un altro caro volto della tradizione rignanese non c’è più. Il riferimento è a Ntunètte Pignatèdde, alias Antonietta Pigliatelli, vedova Tusiano.
È venuta meno, ieri sera, dopo aver trascorso l’ultimo anno a letto non tanto per malattia, quanto per gli acciacchi dell’età. Aveva 93 anni, ma era ancora vegeta ed interessata alle sceneggiate e agli scherzi di paese, che lei sapeva ben interpretare e gestire alla meglio. Immancabile animatrice al Presepe Vivente, amava fare la casalinga tutto fare, impegnata com’era a friggere le “scarpèdde” e gli gnocchi, tipici della gastronomia paesana, assai apprezzati dai buongustai e dai visitatori. In una delle botteghe, si era specializzata a fare la “scarda lana”. Viveva tra la Ripa e la piazzetta di Via Gioielli, uno degli angoli più belli del Borgo antico. Quando qualcuno passava da queste parti, indigeno o forestiero che fosse, lei lo affrontava sempre con grande confidenza e il sorriso sulle labbra, fornendo puntualmente la sua disponibilità ed aiuto. E questo non a torto, Ntunètte, prima di sposarsi, aveva aiutato, durante la sua gioventù, i genitori a gestire la “Taverna” di Largo Portagrande, unico riferimento del posto, in termini di alloggio ed ospitalità, per i forestieri e le bestie da soma. Ciò accadde sino alla fine degli anni ’50. Dopo si sposò e si occupò esclusivamente della famiglia e del suo unico figlio, mentre due dei suoi fratelli e sorelle, emigrarono in Australia, dove vive tuttora l’ultimogenito Michele e la sua famiglia, assai legati al paese, dove tornano in vacanza quasi ogni anno. Insomma, quella dei Pignatelli – Tusiano è una famiglia, umile sì, ma ben voluta da tutti per il loro innato altruismo. La Direzione e redazione della presente testata si unisce al dolore della famiglia, esprimendole la più avvertita vicinanza. Addio, Ntunètte, sei stata una grande donna e mamma, non ti dimenticheremo mai!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.