Presto sarà dotata di un defibrillatore semiautomatico la sezione Avis di Rignano Garganico.
Come noto, si tratta di un macchinario indispensabile per sconfiggere in pochi secondi l’infarto del mio – cardio, se utilizzato da personale esperto sul piano pratico-operativo. E ciò è possibile, dopo aver frequentato un breve e significativo corso formativo. Per raggiungere lo scopo si è provveduto ad una vasta campagna di sensibilizzazione pro-fondi, che vede protagonisti gli agricoltori del biologico, che nella piana di Rignano sono tanti. La stessa si concluderà il 26 c.m. con una mostra – vendita allestita nel centro vitale della città (ex-sede Associazione Combattenti), a cui potranno accedere tutti i compratori e consumatori di prodotti naturali e biologici. La stessa è inserita nel percorso – programma del Presepe Vivente. Per lo più si tratta di olio, di salsa di pomodoro, di orticoli vari, di farine e quant’altro prodotte e trasformate con metodi esclusivamente tradizionali. Per esempio, quelle derivate dal grano’senatore’, ossia del senatore Cappelli che, proprio in questo territorio aveva le sue principali masserie, dove la coltivazione di siffatto frumento è stato sperimentato. Tra le aziende che finora hanno assicurato la partecipazione, troviamo: Antonio Iannacci (Olio86 – Massariola, vedi Foto); Giovanni Terrenzio (Prima bio – Villanova); Giovanni Muscarella (Terra del Sole – Grotte); I fratelli Giosuè e Giuseppe Del Vecchio (ceci – Mezzana Grande); infine, c’è il vent’ottenne sammarchese Leonardo Petruccelli (Azienda Zilletta – Brancia), da poco in campo, per quanto riguarda i farinacei. Ecco il suo nutrito curriculum tecnico e vitale. È nipote d’arte, ossia di nonni agricoltori, da tempo impegnati nel settore della sperimentazione. Ha una laurea specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie, conseguita all’Università degli Studi di Foggia. Ha effettuato diversi tirocini sul tema all’estero. Tra l’altro presso la Repubblica Ceca, Lituania e Polonia. Come accennato, è titolare dell’azienda di famiglia che da quattro generazioni, porta avanti coltivazioni nel settore biologico dei grani antichi, come appunto il ‘senatore’, bianchetta, farro, saragolla e legumi. Alla produzione agricola ha affiancato anche un mulino a pietra per la trasformazione dei cereali autoprodotti in farine poco raffinate, ossia integrali, dove dominano qualità organolettiche e nutrizionali assai caratteristici e completi. Insomma un pezzo della Roma antica, che con questi prodotti si nutriva e godeva. Non a caso a quei tempi la Capitanata era definita il granaio dell’Impero. C’è di più. La farina più antica della terra (32 mila anni fa), ricavata dall’avena selvatica, era il pasto prelibato dei paleolitici di Grotta Paglicci, noto sito preistorico ubicato ai piedi del piccolo centro garganico.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.