Alberto Calabrese, 83 anni, dipendente delle ex – Poste e Telecomunicazioni, non c’è più. É scomparso questa mattina improvvisamente , dopo un immediato quanto inutile accesso al Pronto Soccorso della vicina San Giovanni Rotondo.
La notizia non appena si è diffusa in paese è stata accolta in con vivo stupore e cordoglio dall’intera comunità. Era un tipo benvoluto per via della sua proverbiale bontà e disponibilità ad aiutare il prossimo.
Alberto, originario di Motta Montecorvino, era conosciuto in paese fin dalla sua prima gioventù, come nipote di Padre Gerardo di Lorenzo, frate assai noto dagli anni ‘50 a seguire, in quanto restauratore del Convento Santuario di Stignano, luogo prediletto per lungo tempo della DC ai massimi livelli e dei fondatori del Consorzio di Bonifica Montana, a cominciare dal generale della Forestale Latessa. Ed qui che Alberto, ragazzo, ha vissuto per lungo tempo, assieme al fratello minore Luigi (deceduto anni or sono), in quanto orfano della madre pure Di Lorenzo, respirando l’aria innovatrice e rinnovatrice di quegli anni.
Frequentò le Medie e la prima classe del ginnasio nella vicina San Marco, dove fece amicizia con gli studenti di Rignano. Ed è per questo che alcuni anni dopo ebbe modo di conoscere il suo unico amore, Sipontina, ostetrica comunale, che sposerà dopo il servizio di leva. Intanto, aveva vinto il concorso alle Poste e iniziato la carriera in quel di Milano. Ma qui vi resterà appena qualche anno. Dopo farà ritorno sul Gargano, dapprima a San Giovanni Rotondo, poi a San Marco e nella maturità a Rignano, dove resterà in servizio fino al pensionamento.
Essendo allo sportello, si fece conoscere subito da tutti, grazie alla sua innata empatia e gentile affabulazione. Fu un democristiano della prima ora, influenzato com’era dallo zio frate. Ed è per questo che partecipò alle Amministrative del 1970, venendo eletto consigliere e poi designato come assessore ai Lavori Pubblici nella giunta di Gabriele Draisci. Carica che aumentò il suo prestigio e popolarità, facendosi stimare per la realizzazione di innumerevoli lavori di abbellimento del paese. Tra l’altro, le prime strade di pietra di lava al neonato e popoloso quartiere di San Rocco.
Negli anni ‘80 con il cambio di guardia nella DC locale, assieme ad altri si schierò con i dissidenti, specie dopo la crisi di Tangentopoli. Militò per lungo tempo nel movimento di Marinacci, fu al seguito di Di Giuseppe ed altri. Dal matrimonio ebbe il figlio Antonio, che egli amò tanto. Dopo ci fu la disgrazia, che lo segnerà per sempre, la morte improvvisa di lui per via di un incidente stradale.
Un dolore, superato con gli anni, grazie alla figlia Antonella, che gli darà due nipoti che lui sosterrà come un padre, dopo la morte prima del genero e poi della moglie, fino ai giorni nostri. La direzione della presente testata esprime alla famiglia la sua stretta vicinanza.
Addio, Alberto, non dimenticheremo mai il tuo sorriso pacioccone e la tua eleganza!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.