Lo stiamo dicendo da anni, Rignano Garganico è destinato a morire entro pochi lustri se non si invertirà la rotta nel breve termine. La popolazione è sempre più anziana, c’è poco lavoro per i più giovani, mancano i servizi essenziali e si continua a fare festa ignorando di fatto le esigenze di salute e di assistenza di chi è più in là con l’età o soffre di patologie croniche.
Ora a confermare la nostra tesi è Geppe Inserra, storico giornalista foggiano con la passione per la statistica e i piccoli comuni. Il nostro ha pubblicato lo scorso 16 agosto 2024 un interessante articolo dal titolo “Monti Dauni, addio“, che oltre a parlare del Subappennino, fa riferimento esplicito al Gargano ed in particolare a Rignano, Carpino, Monte Sant’Angelo, dove l’implosione demografia è imminente e dove si rischia di chiudere i battenti in un paio di lustri.
La situazione peggiore si registra a Rignano Garganico, dove vi è un -8,28% di spopolamento (i morti sono maggiori dei nati o di chi ha lasciato per sempre il paese), e dove l’indice di vecchiaia supera i 286 punti (contro i 193 di media nazionale).
Cosa sta accadendo?
Nei cuori dei Monti Dauni e del Gargano, un’eco lontana. I borghi un tempo brulicanti di vita si svuotano, lasciando dietro di sé un silenzio assordante. L’emorragia demografica sta prosciugando queste terre, un tempo fiorenti, trasformandole in un paesaggio di case abbandonate e ricordi sbiaditi. La desertificazione incombe, minacciando di cancellare per sempre un patrimonio culturale e paesaggistico inestimabile. Ma quali sono le cause di questa crisi senza precedenti? E quali soluzioni possono essere adottate per invertire la rotta?
Il crollo demografico.
I dati Istat non lasciano spazio a dubbi: i Monti Dauni e parte del Gagano, stanno affrontando una crisi demografica senza precedenti. Negli ultimi anni, numerosi comuni hanno registrato un drastico calo della popolazione, con interi borghi che rischiano di scomparire. L’esodo verso le città e le opportunità lavorative altrove ha svuotato i centri storici, lasciando dietro di sé case abbandonate e un tessuto sociale sempre più fragile.
Sui Monti Dauni la situazione di regressione demografica più grave si registra a Anzano di Puglia, seguono Volturara Appula, San Marco la Catola, Celenza Valfortore, Castelnuovo della Daunia e Panni. Sul Gargano se la vedono male Rignano Garganico, Carpino e Monte Sant’Angelo (nonostante Raffaele Piemontese).
La graduatoria dei comuni pugliesi che hanno subito la decrescita maggiore.
L’Invecchiamento della popolazione.
Un altro fattore aggravante è l’invecchiamento della popolazione. L’indice di vecchiaia, che mette a confronto il numero di over 65 con quello dei giovani, è particolarmente elevato nei comuni dei Monti Dauni. Questo significa che la popolazione attiva è sempre più ridotta, con conseguenti difficoltà a garantire servizi essenziali e a sostenere l’economia locale.
La graduatoria dei Comuni pugliesi che presentano l’indice di vecchiaia più elevato
Le cause di una crisi profonda.
Le cause di questa crisi sono molteplici e interconnesse. Tra le principali possiamo citare:
- Mancanza di opportunità lavorative. La mancanza di industrie e di servizi ha spinto molti giovani a cercare fortuna altrove.
- Scarsa infrastruttura. Strade dissestate, collegamenti limitati e servizi pubblici inefficienti hanno reso i Monti Dauni un territorio poco attrattivo.
- Abbandono delle terre. L’agricoltura, un tempo pilastro dell’economia locale, è in declino a causa della concorrenza e dell’invecchiamento della popolazione.
- Servizi limitati. La chiusura di scuole, ospedali e uffici pubblici ha ulteriormente impoverito i servizi offerti ai residenti.
Le conseguenze della desertificazione.
La desertificazione dei Monti Dauni ha conseguenze profonde sul territorio e sulla comunità:
- Degrado ambientale. L’abbandono delle terre agricole e la riduzione delle attività umane favoriscono il degrado ambientale e la perdita di biodiversità.
- Perdita del patrimonio culturale. I borghi storici, con le loro tradizioni e i loro dialetti, rischiano di scomparire per sempre.
- Impatto sull’economia. La riduzione della popolazione comporta una contrazione dei consumi e una diminuzione delle entrate per le amministrazioni locali.
Cosa fare per invertire la rotta?
Per affrontare questa crisi è necessario un intervento urgente e coordinato a livello regionale e nazionale. Alcune possibili soluzioni includono:
- Sostegno all’agricoltura sostenibile. Promuovere l’agricoltura di qualità e a chilometro zero, valorizzando i prodotti locali.
- Sviluppo del turismo sostenibile. Valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico dei Monti Dauni, creando itinerari turistici e promuovendo l’agriturismo.
- Incentivi per le imprese. Offrire incentivi fiscali e finanziari alle imprese che decidono di investire nei Monti Dauni.
- Potenziamento delle infrastrutture. Migliorare le strade, i collegamenti pubblici e le reti digitali.
- Promozione della cultura e dell’educazione. Investire nella formazione dei giovani e nella valorizzazione delle tradizioni locali.
- Recupero delle autonomie scolastiche.
I Monti Dauni e gran parte del Gargano rappresentano un patrimonio inestimabile per l’Italia. La desertificazione di questa regione è una ferita profonda che richiede una cura urgente. Solo attraverso un impegno congiunto delle istituzioni, delle comunità locali e dei cittadini sarà possibile invertire questa tendenza e restituire ai Monti Dauni la vitalità e la bellezza di un tempo.
Cosa fare in concreto?
Da fare ci sarebbe tantissimo. Ad esempio:
- “approfittare” del decremento demografico per creare lavoro mediante la realizzazione di Case di Riposo o Residenze Socio Assistenziali (RSA), che possano accogliere i più anziani e dare lavoro ai più giovani;
- puntare su un turismo veramente sostenibile che sia rispettoso della storia, delle tradizioni e dell’ambiente;
- incrementare i servizi e la ricettività in campo alberghiero e ristorativo, trasformando i piccoli comuni in un polo attrattivo senza precedenti (non è possibile, ad esempio, che a Rignano non ci sia un ristorante o un luogo dove pranzare e cenare; possibile che non si trovi un imprenditore disposto a rischiare in tale settore?);
- tornare ad essere protagonisti nella politica e nell’economia che conta attraverso la realizzazione di iniziative conventuali e/o di protesta volte a ridare voce ai piccoli borghi dimenticati;
- puntare sulla valorizzazione e sul lancio dei prodotti tipici eno-gastronomici ed artigianali dei piccoli centri, magari attraverso la creazione di marchi unici di qualità;
- puntare alla valorizzazione di eventi culturali e turistici finalizzati al reale incremento demografico e non fini solo ai bisogni d’ingordigia del momento.
Di questo e di altro continueremo a parlarne nei prossimi giorni, sperando che chi di dovere prenda spunto dalla nostra cronaca senza pensare sempre ad attacchi politici o alla disinformazione. Qui i dati cantano verità e di fronte ai numeri non c’è riottosità che tenga.
Vogliamo salvare Rignano Garganico? Torniamo a fare sistema, a parlare di politica e a lavorare tutti di nuovo spalla a spalla per il bene collettivo.
Basta feste, meno social e più sostanza.
Giornalista, scrittore ed Infermiere. Dirige il quotidiano sanitario nazionale www.assocarenews.it.