Padre Doroteo Forte, francescano dell’ordine minoritico è uno storico e predicatore sommo. Nasce a Rignano Garganico il 6.01.1911 da Matteo e da Maria Gianfelice e muore a Foggia il 04.08.2001. Dopo i Funerali, la salma viene tumulata nel Cimitero del paese natale, accanto alle tombe dei propri cari. Tanto, in conformità col suo dire e volere e in attesa del giorno che verrà.
Fanno parte della famiglia il fratello Michele (1894 – 1936), coniugato con Rosa Muscarella, le sorelle Antonia (1900 – 1924) ed Elisabetta, entrambe mogli di Giovanni Battista (1895 – 1978). La prima morirà di parto nel 1924, dando alla luce il figlio Luigi, la seconda sposata subito dopo, partorirà nel 1926 il figlio Nicola, tutte e due deceduti nel Capoluogo., dove vivevano da anni assieme alle rispettive famiglie. Autorizzata dal priore, l’anziano frate, sarà accudito e curato negli ultimi anni di vita al Convento foggiano di San Pasquale dalla nipote Antonella Battista, valente medico.
Una lapide-ricordo per ricordare dove è nato.
In occasione di Borgo Divino 2024 sarà affissa all’esterno della casa nativa di Padre Doroteo Forte una targa-ricordo per celebrare questa importante figura per Rignano Garganico. Appuntamento al 17 agosto 2024. L’iniziativa è curata dal Circolo Culturale Giulio Ricci e dal Circolo Asp Auser di San Marco in Lamis.
Ma chi era Padre Doroteo Forte?
P. Doroteo, dopo aver frequentato e superato il ciclo completo delle Elementari in paese, si butta a capofitto nel lavoro agricolo, con l’intento di aiutare i suoi nella sottostante piana, ma non si sente soddisfatto. Gli studi gli aprono gli occhi e lo spingono a conoscere il mondo al di là dei confini della sua infanzia e prima adolescenza. Nel 1926, sospinto dalla sua voglia di sapere, decide di vestire l’abito di San Francesco, ma entra in convento anche per proseguire gli studi. La Provincia Ofm si è appena ricostituita, dopo le chiusure di fine secolo, perpetrate dal regime unitario, e si dimostra aperta alle giovani leve.
Tutto fila liscio sino alla sua ordinazione sacerdotale, raggiunta assieme a quella di Padre Leonardo Iannacci, suo coetaneo e inseparabile compagno sin dalle scuole elementari in paese. Egli esercita bene la sua vocazione e preparazione di predicatore e va dove lo chiamano. È capace di far ridere o piangere gli interlocutori e fedeli a piacimento. Così si vanta scherzosamente in uno dei tanti colloqui avuti con lui. Per cui è osannato in ogni dove. Nel 1955 è colpito assai della morte del suo compagno e compaesano Padre Leonardo Iannacci. Ne impazzisce di dolore. Quest’ultimo, si è già distinto come biografo di Padre Antonio Maria Fania, dirigente nazionale dell’Ordine e uomo di cultura per antonomasia nella Roma di Pio IX. Collabora con lui e l’apposito comitato per la definizione del dogma dell’Immacolata.
È proprio l’anzidetto personaggio rignanese, poi vescovo di Potenza, il tema della sua tesi di laurea, molto elogiata dai suoi Superiori dell’Università di Santa Chiara in Napoli, ma non fa in tempo a tradurla in libro. Ci penserà a questo punto lo stesso Padre Doroteo che tralascia per un po’ la sua attività di oratore e restauratore di Conventi (vedi Torremaggiore) e ritorna a dedicarsi agli studi storici, che egli ama assai. Così diventa ‘topo’ di Archivio a tutti gli effetti. Viene fuori per primo il volume “Padre Antonio Maria Fania di Rignano Garganico, un animatore e precursore”.
Dopo di che la storia a più volumi del Movimento francescano nella provincia di Sant’Angelo ed altre monografie storiche su questo o quell’altro luogo e personaggio francescano, come il Santuario di San Matteo, di cui cura la Biblioteca, ricostituendola di sana pianta con i testi recuperati in questo o quello convento chiuso dallo Stato o dirupato durante l’ultima guerra. Non a caso, è lui a dedicare al nome di Padre Antonio Maria Fania la Biblioteca di San Matteo, successivamente incrementata da altre donazioni e ritrovamenti dei dirigenti succedutisi nel corso del tempo, non ultimo l’attivo Padre Mario Villani. Nel 1984 egli dà alle stampe il suo libro preferito “Rignano Garganico”, il primo in ordine di pubblicazione, sul suo paese natale. Nel decennio successivo vedrà la luce postuma anche quello di Antonio Cappelli.
Padre Doroteo, per mestiere e carattere, ha la parlantina facile e ti conquista subito per la sua estrema empatia. Chi scrive gli era molto amico. Il sentimento di amicizia si fa strada dopo la recensione a sua firma sul tema pubblicata da La Gazzetta del Mezzogiorno. Fino a quando il sottoscritto vive a Foggia, ci si incontra quasi tutti i giorni al Convento “San Pasquale”, raramente al “Gesù e Maria”. Egli mi confida, che il libro scritto sul paese sarebbe frutto degli appunti rilevati di volta in volta durante le sue visite nei vari archivi storici d’Italia, essendo la sua mente prevalentemente occupata da altre ricerche. Padre Doroteo è un entusiasta ammiratore dell’ospitalità praticata dai rignanesi, individuabile fin dal saluto “bbona ‘m’nut’”, ossia buona venuta. Era questo il generale ed empatico saluto col quale si accoglieva il forestiero. Sull’argomento, ricordo un articolo a sua firma apparso sul “Corriere del Golfo” di Manfredonia.
Nel 1995 è l’ultima volta che egli viene in paese. Tanto accade in occasione dell’apertura di una mostra comparata fotografica tra il centro storico di Rignano G. e quello di San Giovanni R. , organizzata, con l’apporto delle Scuole, dal sottoscritto a nome e per conto del CRSEC distrettuale (Assessorato P.I. della Regione Puglia) e la collaborazione dello storico sangiovannese, Antonio Salvatore Grifa. All’inaugurazione svoltasi in pompa magna nella gremita Sala Consiliare del Comune di Rignano, Padre Doroteo incanta un po’ tutti noi con il suo discorso piano e comunicativo, lasciando a bocca aperta soprattutto la professoressa Carmela Grasso della locale scuola media. Dopo di che, così come nella venuta, riporto indietro il Frate a San Pasquale. Un ricordo, quest’ultimo, assai piacevole, che permarrà sempre fisso e vivo nella mia memoria, nonostante la sua annosa scomparsa.
Padre Doroteo, seguici sempre dall’Alto con tuo fare-essere confidenziale e disponibile e nel contempo un po’ canzonatorio quando decidevi di aiutare il prossimo, anche il più derelitto!
N.B: Anche per P.Doroteo sarà affissa a fianco all’uscio della casa natale la targa – ricordo.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.