Quella di Santa Lucia è una ricorrenza assai cara ed avvertita soprattutto dalle generazioni passate. Lo era per via delle innumerevoli credenze e tradizioni, ma soprattutto per la tenerezza che nascondeva tra le pieghe della memoria dei ragazzi di un tempo.
Chi scrive ricorda per filo e per segno quanto accadeva nel suo quartiere di nascita e di prima giovinezza. Il riferimento è al vicinato del Purgatorio, località popolosa attorno all’omonima chiesetta, alla quale era legato ognuno per la frequentazione della Santa Messa domenicale e del resto dei Santi e delle tradizioni di carattere religioso.
Qui faceva da vedetta una donna tutto chiesa e prossimo beneamata da tutti. Non c’era evento bello o brutto a cui lei non partecipasse per dare il suo conforto o il fattivo contributo. Tra l’altro era lei, mezza sarta, a confezionare o ad aggiustare i nostri pantaloncini corti. Era Lei a servir messa o a guidare il Santo Rosario prima delle funzioni religiose mattutine e serali.
Era lei ad intervenire per forare le orecchie alle bimbe, a cui una volta cresciute, dovevano appendersi gli orecchini d’oro. Quanti strilli dolorosi e impauriti si udivano in simili frangenti lungo l”intero stradario. Ci facevano piangere il cuore!
La donna di mezza età si chiamava Scia’ Vincenza. E questo con un appellativo che esprimeva, oltre al rispetto, soprattutto il sentimento affettuoso che si nutriva nei suoi confronti. Era vedova e con un solo figlio a carico di nome “Seppantonio“, il futuro vigile urbano, assai caro a tutta le comunità per la sua straripante bontà e umanità. Personalmente non ricordo di averlo mai visto fisicamente dalle nostre parti, né a casa della madre!
Era lei che per Santa Lucia, la festa di oggi, che già dalla sera prima preparava le fave “munnate” (cotte), per farle benedire la mattina successiva in chiesa da don Nicolino e poi distribuirle, un cucchiaio la volta ai fedeli. C’era chi le mangiava subito come se fosse ostia consacrata, chi. invece, racchiudendolo in qualche fazzoletto, poi intascato nei pantaloni. Tanto, per poterne mangiare dopo a piacimento o per farle mangiare qualcuna ai famigliari, specie ai più piccoli, come lo ero anch’io a quel tempo.
Oltre a Santa Lucia, l’altro Santo caro e pregato da noi ragazzi era San Luigi, che aveva una statura e una immagine pari alla nostra età, ancora bisognosa di affetto. Evviva Santa Lucia! Buon onomastico a tutte le Lucie e perché no anche ai Lucio del mondo!
Giornalista, scrittore ed Infermiere. Dirige il quotidiano sanitario nazionale www.assocarenews.it.