È In vetrina da qualche giorno l’ultima fatica letteraria e storica di Giuseppe Del Re. Lo è con il libro “Rignano Garganico / Cenno storico – Emergenze architettoniche – Tradizioni – Foto – Poesie”, volume di 145 pagine, curato dal Circolo Culturale Giulio Ricci, messo su da Angelo Riky Del Vecchio, raffinato grafico ed esperto di editing, ed edito da Etabeta (ottobre 2023). Lo stesso, prefato e bene argomentato da Nicola Gentile, avvocato, si presenta in bella ed originale veste grafica, illustrata pagina dopo pagina da una sequela di fotografie a colori, che colgono l’attimo fuggente di luoghi, cose e in qualche caso anche di persone, quasi che a scattarle non sia un fotografico tecnico ed asettico qualsiasi ma un pittore ispirato e creativo.
Per la verità ad agire con l’obiettivo sono in tre, compreso il De Re, che da sempre privilegia la sua visione, oltre che critica per aver studiato a fondo l’arte e la letteratura, ma anche la sua ispirazione creativa che non manca mai, come dimostra lo stesso libro, avendo riservato una metà di esso alle sue ultime composizioni poetiche, dedicate a persone, fatti e luoghi con i quali ha condiviso la sua vita. Gli fanno da collaboratori fissi due fotografici specialisti per passione, Michelarcangelo Orlando e Antonio Gaggiano. Quindi, un contributo non indifferente lo dà studioso Paolo Gentile, che ne ha controllato passo dopo passo ogni pagina e fase editoriale.
La prima parte del volume è dedicata alla storia del paese. Raccolta in periodi-sintesi già sperimentati in altre pubblicazioni e autori. Una premessa indispensabile, a suo dire, su cui ritornerà in seguito con un vero e proprio volume di storia, con approfondimento soprattutto di quanto accadde in paese nel Novecento.
E questo non a caso, perché la sua casa è un vero e proprio scrigno di rarità, in termini di documenti, molti dei quali risalenti persino all’Ottocento. La stessa abitazione, ubicata al secondo piano di Palazzo Baronale, con i suoi mobili, arredi e quant’altro è considerata una non plus ultra. Pensate che in essa, oltre all’antico pianoforte, ai primi ritratti fotografici e ai dipinti olio su tela, sono emersi pure una serie di strumenti di auto flagellazione, a significare che l’attaccamento della famiglia alla Religione Cristiana era vissuto concretamente, come nel Medioevo.
Da parte materna l’autore appartiene alla famiglia dei Ricci che ha dato in paese e altrove, professionisti e uomini illustri in tutti i campi, mentre il papà Felice appartiene ai Torelli di Apricena – San Severo, diventata famosa per via del generale omonimo Alfonso, cui fu concessa per fatti di guerra in Libia del 1913 la medaglia d’oro. Sempre il papà Felice, molto stimato ed amato per la sua bontà di cuore ed azione dai rignanesi, lasciò un ricordo indelebile quale sindaco per breve tempo e poi di vice sindaco di lungo corso nel Dopoguerra. Anche le due sorelle del nostro autore hanno avuto un ruolo importante in campo sociale e culturale. La maggiore, Maria Rosaria, si è distinta come prolifica pittrice di quadri di tipo neo-classico più vicino a noi e di docente d’arte presso l’Accademia del Capoluogo; la minore, Anna, si è fatta stimare come impareggiabile assistente tecnica e sociale dei nostri emigrati in Germania.
Il nostro autore, laureato in Lettere e specializzato in storia dell’arte ha insegnato sino al pensionamento nelle scuole secondarie di San Severo e dintorni. Dei portali, riportati tutti in pregevoli ed accattivanti fotografie, egli non riporta gli elementi storici come hanno fatto altri in un precedente volume, ma lo spessore artistico della sua composizione e di arredo del Centro storico del paese, di fattura ed origine completamente medievale. I possenti archi fanno il resto, dipingendo il tutto di arcaicità e bellezza unica al mondo. Da qui la necessità di valorizzare il tutto, per richiamare in paese un maggior numero di visitatori, cultori nel contempo delle sue bellezze panoramiche ed ambientali – paesaggistiche, oltre al non plus ultra Museo Paleolitico di Grotta Paglicci, che stenta ancora a decollare, non tanto per i lavori interminabili e costosi, quanto per l’assenza di una direzione tecnico -scientifica all’altezza del compito, come lo sono in quasi tutti i Musei italiani di rilevanza.
Basta, dunque, con la forzata colonizzazione e l’invito arrivo di personaggi fuori onda, ma utilizziamo le nostre forze e i nostri beni. Tra l’altro, abbiamo, oltre al paese antico, anche opere d’arte grandiose che abbelliscono la rinascimentale Chiesa Madre, che non è assolutamente di origine “paleo-cristiana” come spiega in dettaglio lo stesso Del Re in questo libro, ma tutto al più di origine romanico-gotica. A parte i citati quadri seicenteschi, il rilievo particolare è agli affreschi preziosi di Natale Penati (e non Nicola), la cui bellezza è stata tirata fuori con molto garbo e savoir faire dal suo intuito artistico e messe in bella mostra in questo libro. E questo a significare che abbiamo di fronte un autore vero e creativo che non ha bisogno di pezze di appoggio per emergere, come ha già dimostrato nelle sue ricerche sulle Chiese di Rignano già anticipate in altri testi e ricerche, editi dalla Regione Puglia.
Per indurre i responsabili pubblici e privati a cambiare corso in questo campo, presto sarà organizzato un “Salone dei libri” su Rignano, per mettere in mostra tutto ciò che è stato pubblicato da autori rignanesi. Dopo i classici dei maestri Cappelli, Padre Antonio Fania e Padre Doroteo Forte sul medesimo ed altri temi si sono moltiplicati negli ultimi decenni più di cento volumi.
Dulcis in fundo, la dedica. Il volume è stato dedicato alla figlia adottiva Antonella verso la quale l’autore prova un sentimento inestinguibile fatto di bene, rispetto e tenerezza Ad maiora, professore Del Re!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.