Il romanziere, specie quello di fantascienza, spesso ha in sé lo spirito profetico ossia quello di intravedere nei suoi racconti il futuro, che poi si avvera realmente, grazie ai progressi della ricerca e all’applicazione della tecnologia. Per esempio il sogno ipotizzato da Jules Verne nel romanzo “Dalla Terra alla luna” nel 1864 si avvera realmente 104 anni dopo con il primo allunaggio da parte dell’uomo nel 1969Alessandro Dumas”. Tanto accade anche con il “Pacco col telefono”, ipotizzato nel romanzo di chi scrive “Ritratto del giovane Ottavio”, 2022 (capitolo 7) nel quale si anticipa quanto sta per accadere oggi realmente con l’imminente invio dei pacchi a destinazione tramite i drone. Ecco lo scritto, intitolato appunto “Pacco con il telefono”:
C’era un tempo, quando col filo del telefono si poteva e si faceva di tutto. Infatti, oltre a comunicare verbalmente, colla medesima via si potevano inviare o ricevere anche i pacchi. Ovviamente aiutati dalla fantasia. Ecco un’esperienza simpatica che capitò ad Ottavio di vivere con un affiatato gruppo di adolescenti paesani, impegnati in quel della vicina Jana, a seguire, in piena estate, le lezioni di riparazione agli esami di settembre. Tutto questo accadde presso l’abitazione di un occhialuto insegnante prossimo alla laurea.
Un certo giorno di fine anni ‘50, il gruppo si trovava a bighellonare, in attesa dell’ora di scuola, in mezzo al piano (Piazza Europa).
La compagnia era composta, oltre che da Ottavio, ritenuto da tutti il beato tra le donne, da Rina, Sara e Maria, detta anche Mary all’inglese, per via di vezzeggiativo e di modernità. Ad un tratto Rina si allontanò di scatto con l’intento di raggiungere la vicina corriera delle 11.00 diretta al paese , ma non ce la fece e tornò indietro con un pacchettino in mano, indispettita per aver mancato il colpo. L’involucro conteneva un panno di lino, che doveva essere prontamente ricamato dalla sorella Maria, rinomata maestra dell’epoca, e consegnato con altrettanta urgenza all’arcivescovo nel primo pomeriggio, qui impegnato per la visita pastorale.
Rina si dolse e pianse, come un animale ferito, interrogandosi a ripetizione: “ora come faccio, ora come faccio! Quando sarò a casa, mi ammazzeranno di botte!”. E così continuò per un bel po’ a rovinare l’iniziale allegria e spensieratezza del gruppo. Ad un certo punto, Ottavio, avvilito e un po’ scocciato , si lasciò scappare con scherno : “Su basta, mandalo per telefono!”. Lei si fermò di botto: “Come col telefono ?. “Si – intervenne Sara – perché non te ne liberi col telefono?”. In ciò, incoraggiata da una occhiata di assenso-complicità. Ripreso in mano il discorso, Ottavio insistette con sottesa ironia: “Sei proprio nu mentone (ragazza arretrata) e non segui affatto l’evoluzione della tecnica. Il servizio di invio pacchi funziona da qualche anno, basta inserire il pacco sul vagoncino e in pochi minuti correndo sui binari a ritmo sostenuto, lo stesso arriva al centralino di San Marco” .
Dopo alcune titubanze, finalmente Rina si convinse della bontà della trovata e spronò gli altri a seguirla: “Allora, sbrighiamoci, andiamo da Giulia, e facciamo il fatto!”. In un baleno raggiunsero la villetta e la palazzina dirimpettaia, che ospitava il Centralino La porta d’ingresso era protetta da una rete di tubicini metallici, che non impedì loro di seguire la scena. Gli uni si fermarono al di qua, mentre la Rina, già al suo interno, raggiunse il tavolo di servizio e, rivolta alla gestrice, disse. “Giuliè, devo mandare questo a Rignano!”. L’altra visibilmente sbigottita rispose: “Come lo devi mandare?”.
Al momento, gli amici di fuori scoppiarono a ridere a crepapelle. Del chiasso se ne accorse anche la telefonista e fu coinvolta anche lei dal riso. A Rina, a questo punto, non restò che allontanarsi dal luogo del misfatto, tutta rossa in viso e con la coda tra le gambe. Da quel giorno ella si farà desiderare dalla comitiva. Infatti, per oltre un mese non si fece più vedere in giro , ferita mortalmente com’era per essere stata svergognata ed umiliata in un modo così puerile dai suoi compagni di viaggio. Compagni che egli amava più di ogni altro, come spesso accade quando si cresce insieme e a vista in un piccolo paese, come quello in parola.”. Il capitolo in menzione prosegue con la narrazione di altre non di meno interessanti e simpatiche avventure.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.