Si ritorna a parlare di “Delitto Matteotti” in quel di Roma. A farlo questa volta è la stessa Fondazione omonima insieme alle riviste “Critica Sociale” e “Tempo Presente” e in collaborazione con le Fondazioni di Studi storici “Filippo Turati” e “G.E. e V. Modigliani-ESSMOI”.
L’evento che avrà luogo, Martedì 16 maggio, alle ore 17.00, presso la propria sede di Via dell’Arco del Monte 99, ha come titolo, appunto: “ Il Movente del delitto Matteotti” nel dibattito su “Critica Sociale” e “Tempo Presente”. La prima rivista, come noto, è stata fondata nel 1891 da Filippo Turati, padre del Socialismo riformista italiano.
L’anzidetta “Critica Sociale”, ripresa da poco ha una cadenza bimestrale e si prefigge di continuare il dibattito passato sul riformismo, ricostituendo il faro delle nuove strategie della Sinistra, appannatosi negli ultimi decenni, proprio da quando sarebbe stato letteralmente cancellato il Partito Socialista Italiano e la sua ininterrotta storia nel solco del Socialismo di Turati e del suo combattente più ardito nel Parlamento pre-fascista, ossia Giacomo Matteotti, ‘tolto di mezzo’ e messo a tacere con la forza dell’annientamento fisico.
Episodio, quest’ultimo, peraltro messo in evidenza da un altrettanto ardito giudice garganico, come Mauro Del Giudice di Vico del Gargano. Quest’ultimo, peraltro, portato alla ribalta, dal recente libro in vetrina di Teresa M. Rauzino, che, oltre all’omonimo titolo, ha come sottotitolo “Il magistrato che fece tremare il Duce”.
Intervengono sul tema, con una diretta anche facebook sul canale della Fondazione organizzatrice: Alberto Aghemo, Massimiliano Amato, Giampiero Buonomo, Mauro Canali, Antonio Tedesco, Lucio Villari.
Secondo alcuni socialisti veri che vogliono bene alla sinistra e sono rispettosi della democrazia delle idee e dei fatti aspirano ad un ritorno sulla scena politica italiana del PSI, che vi sarebbe stato sospinto non dalla nostalgia o dall’orgoglio ma dalla forza della ‘ragione’ dell’essere stato nella prima Repubblica l’unico partito della Sinistra a volere e a fare le riforme, a cominciare da quella scolastica e dallo Statuto dei Lavoratori.
E questo perché, conscio che le idee non muoiono mai, avrebbe continuato nella seconda repubblica a fare opera di proselitismo in famiglia e nelle associazioni e che ora attenderebbe la grande svolta dell’autocritica da parte di chi dai tempi del ‘lancio delle monetine‘ l’avrebbe voluto , anche in questo caso, letteralmente cancellare, per prenderne il posto, non solo a livello istituzionale, ma anche dalla memoria collettiva. Buon incontro, ai fortunati partecipanti.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.