Dopo il marito Ninino, alias Dionisio Radatti, scomparso un anno fa, a 92 anni, anche la sua consorte Rosa Gisolfi, di due anni in meno è salita al cielo, lontana da Rignano. I funerali hanno avuto luogo nel primo pomeriggio di ieri nella rinascimentale Chiesa Matrice dell’Assunta. Dopo di che la salma è stata tumulata nel locale Cimitero.
I due coniugi erano noti in paese ed in passato anche fuori con il soprannome “Pizzeria” per via del mestiere e del locale di cui erano titolari, uno dei primi di questo genere sorti in paese, allorché il prodotto era ancora fatto e consumato in casa dalla maggioranza della popolazione.
Ed è per questo che la “Pizzeria” fin dai primi passi costituiva l’unico luogo di ritrovo e passatempo per i giovani dei rivoluzionari anni ‘ 70 e ‘80. Lo erano nel campo della politica e delle libertà civili, dove il cambiamento di un ‘era giunse con un po’ di ritardo rispetto al resto d’Italia.
Il locale, dopo poco tempo si trasformò in una sorta di discoteca, dove si ballava ogni sera e talvolta anche di giorno. Si ricorda che nell’estate del 1982 vi ospitò il gruppo folkloristico della Bulgaria, intervenuto, pare, a San Giovanni Rotondo per un festival internazionale sul medesimo genere. Invitato da un assessore della Comunità Montana del posto, l’anzidetto sodalizio doveva intrattenersi per qualche ora, ma che,invece, impegnato com’era nel ballo collettivo in giardino, vi restò sino al mattino presto seguente, saltando così una successiva ed importante esibizione in altro luogo del Molise, fortemente innamorato del posto e dei suoi protagonisti.
Come accennato, qui ci si veniva per mangiare in comitiva e bere qualche birra in più, ma soprattutto per incontrare le ragazze e cominciare o concludere una storia d’amore. In special modo erano ospiti fissi soprattutto coloro che non possedevano un’ auto propria (ora anche nel Sud c’era il boom della motorizzazione) per spostarsi altrove o chi non aveva la patente per altri motivi, come zio Gino, Nannino e il suo compare, che erano i primi ad accoglierti nel locale con battute scherzose ed ironia.
Il locale in menzione si trovava al piano terra di Palazzo Baronale, residuo dell’antico castello, con affaccio nel cortile. Molti anni dopo la pizzeria lascerà questo posto “storico” per proseguire la sua funzione altrove. Non si sa per quali motivi. Intanto, di generazioni giovani ne erano passate parecchie e il resto non faceva più storia.
Ad attirare i frequentatori della “Pizzeria” originaria erano i padroni di casa, Ninino, addetto al forno e d’inverno ad attizzare il fuoco nel camino, e la sua bellissima consorte Rosa, nota anche in paese, come “Marilyn Morroe”. Una donna dolce ed affabile, quest’ultima, che ti conquistava subito l’anima per empatia e sensibilità. Era una donna vera. Lo era soprattutto per il genere femminile, di cui sapeva cogliere i sentimenti ed indirizzarli verso e sulla persona giusta.
La coppia possedeva pure due figli altrettanto belli e affabili. Il primo, un maschio, diventerà un affermato avvocato e la sorella, un medico specialista, entrambi, sposati ed in esercizio altrove, al Nord, venuti in questa triste occasione, come d’altronde facevano spesso, sospinti dall’affetto verso i genitori e dall’amore per il luogo natale, ma soprattutto dall’amore di mamma, che li aveva sorretti costantemente con il telefono in ogni evenienza della vita.
Un sentimento, questo, coltivato anche dalla nipote Simona, una ragazza, bella e vispa come la nonna Rosa, per di più laureata ed istruita, ma soprattutto al passo con i tempi in termini di autonomia e di lavoro. Anche lei ha voluto essere presente alle esequie e a dare l’ultimo bacio alla nonna. Ora se ne ritorneranno al lavoro usato.
La presente testata esprime ai figli Rosanna e Pietro, al genero, alla nuora e alla nipote Simona la più stretta vicinanza nel cordoglio e soprattutto a darsi l’augurio che essi ritornino presto e spesso in questi luoghi dove entrambi i famigliari si sono fatti onore e hanno contribuito, con la loro vita ed esempio di innovazione, al progresso della comunità e soprattutto delle giovani generazioni.
Addio, Rosa, i giovani di ieri non ti dimenticheranno mai e quelli di oggi, riascoltando la presente testimonianza, apprezzeranno anche loro il tuo sconfinato affetto ed esempio di vita per la nostra comunità!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.