Rinvenuta qualche lustro fa nei pressi del Belvedere la Tripla Sacra Cinta rappresenta la testimonianza diretta della presenza in loco di insediamenti Paleocristiani o addirittura precedenti, appartenenti ai popoli non cristiani. D’altronde il nome di Rignano si fa derivare da Ara Iani (Altare di Giano, il dio bifronte pagano).
Probabilmente i primi cristiani salirono sul monte che oggi dà origine al paese per convertire le popolazione pagane, o semplicemente si rifugiarono per sfuggire ai Romani ubicati a Villanova e lungo il primo pianoro del Gargano. Ma potrebbe appartenere anche ai popoli pagani della zona o addirittura avere origini preistoriche. Chi lo sa, andrebbero fatti sul caso ulteriori indagini storiche conoscitive.
Il rinvenimento della Tripla Sacra Cinta, avvenuto ad opera dell’amico Enzo Pazienza, presidente del Centro Studi Paglicci, è un fatto storico di interesse unico. L’oggetto meriterebbe la dignità di un Museo.
Ma cos’è una Triplice Sacra Cinta e perché è così importante per la nostra storia?
Tra la simbologia sacra che troviamo su numerosi edifici ed edifici sacri della Montagna del Sole vi è un elemento assai unico: appunto la Triplice Cinta Sacra. Non è altro che un bassorilievo su roccia o legno fatto di un foto centrale e di una linea intermedia verticale che taglia a metà un quadrilatero spesso ripetuto come nel caso di Rignano Garganico.
Il suo significato – scrive Alessandra Battistini su ViaggiLand.it – ce lo ha spiegato Aldo Tavolato, nel libro “Castel del Monte. Scrigno esoterico” scrive che la presenza di una Triplice Cinta indica «che ci si trova in un luogo che rappresenta l’omphalos della zona, ossia il centro di energie fisiche (correnti telluriche, magnetiche e cosmiche) che possono venire esaltate da un raggruppamento di persone legate da alta spiritualità.
Di contro il luogo contrassegnato da quel simbolo è l’ombelico, il punto centrale di un territorio in cui esistono le premesse fisiche perché possano moltiplicarsi le energie psichiche emesse, per esempio, da uomini in preghiera. D’altronde anche il disegno è chiaro.
La Terra, nel simbolismo sacro, è rappresentata da un quadrato che, nel caso in esame, racchiude un quadrato più piccolo e poi ancora un terzo ancora più piccolo quasi a concentrare l’attenzione, come una messa a fuoco, in uno spazio minimo centrale del disegno: l’omphalos, l’ombelico. I tratti mediani convergono anch’essi verso il centro.»
La Triplice Cinta la troviamo pure a Bergamo, in un pendaglio risalente all’Età del Bronzo finale, nel Museo Archeologico.
Ma la troviamo specialmente nel Gargano, in tantissime chiese, come quella che possiamo osservare a San Nicandro Garganico, sullo stipite destro del portale d’ingresso, o come quella che troviamo nell’eremo di San Giuseppe (all’esterno lato destro che è incavato sulla pietra naturale e che ha vicino i lineamenti di una mano sempre incavata nella roccia bianca). E da oggi anche a Rignano Garganico.
La triplice cinta sacra è un simbolo sacro rappresentante l’orientamento dell’uomo nello spazio e nell’ambito vitale, l’opposizione della terra al cielo, ma può rappresentare anche l’universo creato (terra e cielo) opposto al non-creato e al creatore. È presente in moltissime culture e la si ritrova in molti paesi del mondo. In Italia in particolare è stata riconosciuta in diverse località della Sicilia dove sono stati ritrovati conci medievali con la sua raffigurazione.
Giornalista, scrittore ed Infermiere. Dirige il quotidiano sanitario nazionale www.assocarenews.it.