Carissimo Direttore,
sono un figlio di rignanesi fuori sede. Sono stato in paese qualche giorno fa con mia sorella in occasione della ricorrenza dei morti. Mancavo da bambino, è stato emozionante ripercorrere la Ripa e le viuzze del centro storico. Bellissima la veduta dalla Croce, stupendo il restauro della Chiesa Madre “Maria Santissima Assunta”.
Tuttavia girovagando per la parte più antica di Rignano ho notato tanta desolazione, case bruciate, porte chiuse da decenni.
Cosa è successo al paese ridente che conoscevo? Quello di cui tanto mi raccontavano i miei genitori oggi seppelliti nel cimitero di Rignano?
Andando in un bar e in un negozio di alimentari non ho potuto fare a meno di chiedere cosa fosse successo a questo piccolo comune. Le risposte sono state sempre le stesse: la popolazione è invecchiata, i giovani sono scappati via e quei pochi che sono rimasti non hanno le capacità per far risorgere Rignano, mancano loro le basi politiche e culturali.
Che fine hanno fatto progetti ambiziosi come la Casa di Riposo per Anziani, il Museo di Grotta Paglicci (che ho trovato chiuso), la Funivia, i Campionati di Volo con Deltaplano e Parapendio, la Statua Gigante di Padre Pio e il Borgo della Salute?
Ho trovato un bel paese, ma sono stato tanto tempo a riflettere su una cosa che mi diceva sempre papà: non puoi continuare ad abbellire la tua casa se non vivi e se la casa non è piena di gente che lavora, si riproduce e che progetta un futuro migliore e comune.
Insomma, Rignano è diventata una bella Cappella Gentilizia di massa. Chi sarà l’ultimo rignanese ad esserne seppellito? Non manca molto a scoprirlo.
Con stima.
Michele Draisci, Rignanese fuori sede
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