Celebrato in pompa magna il ricordo – commemorazione di don Bruno Ponziano (nella foto di apertura con Papa Giovanni Paolo II, scattata il 19 marzo 1982 al Santuario di Montenero) nella rinascimentale chiesa dell’Assunta, a Rignano Garganico. Tanto, in occasione dell’anniversario della morte, avvenuta forse un po’ troppo in sordina nel lontano 1985, a Montenero di Livorno, dove l’interessato ha prestato fedelmente per decenni la sua attività di docente di fede e di scuola, segnando ed insegnando il sapere, appreso in larga parte con passione da vero autodidatta. Non a caso lo stesso spaziava tra una pluralità di materie a sfondo scientifico e filosofico-letterario. Il tempio era pieno di pubblico di fedeli e di interessati.
Tra l’altro, dei famigliari e soprattutto dei probandi di Rignano e della vicina San Giovanni Rotondo, che da tempo ne invocavano l’evento, in segno di gratitudine nei confronti dell’uomo e del monaco benedettino – Vallombrosano che più di tutti li ha segnato e insegnato nella vita, qualificando il loro modo di vivere e la loro stessa professione.
Rari quelli che sono arrivati al sacerdozio, ma quasi tutti diventati valenti professionisti, specie nel campo della sanità e della docenza universitaria. In termini quantitativo, il probandato Rignano – San Giovanni Rotondo ha avuto il maggiore numero adepti di tutti gli altri ordini religiosi. La prima parte degli interventi è stata assolta dai rappresentanti della famiglia nobile e fattiva in paese fin dalla fine del settecento, con arcipreti, preti, francescani e monaci di levatura, come appunto don Bruno.
I saluti istituzionali e di benvenuto sono stati presentati in sintesi estrema dallo stesso don Santino e dal giovane sindaco Luigi Di Fiore, che si è felicitato con gli organizzatori per aver portato in alto con questa iniziativa – l’orgoglio della comunità rignanese.
A tesserne lo lodi in tal senso ci ha pensato subito dopo la pronipote Antonietta Rita Piccirilli, facendo propria la ricerca sul fruttuoso albero genealogico dei Ponziano, compiuta da esperti ricercatori del posto, capeggiato dall’ingegnere Paolo Gentile.
Ovviamente con l’aiuto del parroco don Santino Di Biase che ha messo a disposizione il materiale di archivio occorrente in custodia alla chiesa da molti secoli. Sono seguiti a stretto giro gli interventi dei nipoti Anna Maria de Martino, Nives Scarale sugli incontri di Lucca con lo zio e di Vincenzo Piccirilli, che hanno messo in luce le virtù private del commemorato, elogiando la sua capacità affettiva e propositiva, spesa puntualmente con i suoi precisi consigli di che e di vita, non solo quando era vicino casa in vacanza, ma anche mediante lo scritto o telefonate o quando lo si andava a trovare in sede. D’accordo con Angelantonio Mastrillo, che ha condotto con slancio ed empatia il coordinamento, unitamente ad Antonio Puzzolante che ha letto la toccante testimonianza di Leonardo Di Gregorio e coordinato gli ex-probandi di San Giovanni Rotondo.
Ha fatto seguito Matteo Impagnatielli, che si è soffermato a lungo a declinare le qualità umane del protagonista e dei principi comportamentali della Regola Benedettina – vallombrosana, di cui Don Bruno, con il suo carattere riservato coltivava appuntino col suo “Ora et labora”. Commovente la telefonata Whatsapp tra don Ildebrando Cascavilla, superiore della basilica di Santa Prassede in Roma, che ha puntualizzato altre interessanti novità sulla personalità ed impegno di don Bruno.
Su sollecitazione del moderatore, chi scrive ha avuto modo di ricordare la dedica di una strada al personaggio commemorato già attuata nel nuovo quartiere del paese al nome del santo monaco scomparso. La stessa è stata attuata dalla giunta del sindaco Vito Di Carlo.
E’ seguita la Santa Messa, concelebrata da don Santino e dal salesiano don Angelantonio Draisci, che si è soffermato sul Vangelo del giorno. Don Santino si è soffermato sulle restanti virtù palesi e nascoste del personaggio. Discorso assai applaudito della platea.
All’ora di pranzo, come accennato negli annunci, ci si è sposati al Centro di Spiritualità “San Pio” in San Giovanni Rotondo, dove parte della famiglia e dei probandi hanno consumato il pranzo quotidiano, ricordando ed apprendendo altre novità in merito e soprattutto sulla necessità e sul come trasferire il suo esempio di vita alle nuove generazioni social.
La galleria fotografica (foto di Luigi Ciavarella).
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Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.
1 thought on “Ricordate le virtù didattiche di don Bruno, monaco benedettino Rignanese.”
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