Continua a far discutere la triplice cinta sacra, a Rignano Garganico. Si tratta della tipica effigie lapidea ritrovata una ventina di anni fa in un mucchio di materiale di risulta, accumulatosi nel corso del tempo nelle vicinanze del quartiere Grotte, nucleo originario del Borgo antico, di origine e fattura medievale. Ne dà notizia il portale Rignanogarganico.com.
Come già scritto e risaputo, la triplice cinta è un simbolo sacro, molto presente nell’area del Gargano, rappresentante l’orientamento dell’uomo nello spazio e nell’ambito vitale, l’opposizione della terra al cielo, ma può rappresentare anche l’universo creato (terra e cielo) opposto al non-creato e al creatore. Anche in questo caso si tratta di quadrato profondamente inciso con un foro centrale abbastanza profondo ed una linea intermedia verticale che interseca esattamente a metà il quadrilatero.
Sicuramente l’oggetto lapideo è stato gettato in questo luogo di rifiuti vari senza discernimento alcuno sulla sua importanza, commisto com’era ad altri calcinacci e pietre, buttate a seguito di qualche abbattimento – rifacimento di fabbricato ad uso abitativo. Dove fosse prima e in quale casa e parte di essa fosse incastonato nessuno lo sa dire, neppure lo stesso scopritore custode.
Qualcuno avvicina l’esemplare ai quelli di resti e croci di origine templare, incastonati spesso a casaccio nei muri esterni o interni alle chiese o a fabbricati privati. Tale presenza è confermata anche dalla storia, tenuto conto che da tutto il Gargano vi passavano i Cavalieri Crociati e i loro aiutanti, spesso con tappa alla tomba di San Michele in Monte Sant’Angelo e a San Leonardo di Siponto. Lo facevano normalmente prima di di intraprendere via mare il viaggio verso la Terra Santa.
Quindi, la presenza di oggetti di origine templare, non dissimile da quello ritrovato a cui si si ispira, è giustificato anche da un’altra notizia storica. Il riferimento è alla presenza di San Bernardo di Chiaravalle in zona durante il conflitto che oppose nel 1137 Ruggiero re di Sicilia e suo cognato Rainulfo duca di Puglia. La battaglia finale di siffatto conflitto, avvenuta il 30 ottobre di quell’anno, fu aspramente combattuta proprio nelle mattine sotto il paese, in virtù della quale il luogo fu soprannominato “colle della battaglia”.
San Bernardo si trovava tra i sostenitori di Rainulfo, a sua volta protetto dall’imperatore Lotario e dal papa Innocenzo II. In tale occasione ebbe la peggio il re normanno, costretto a tornare con le pive nel sacco in Sicilia.
San Bernardo fin dall’inizio della loro costituzione è stato un sostenitore dei templari di Gerusalemme, seppure addetto alla cura del sua Abbazia e movimento benedettino cistercense, che ebbero su suo dettato una regola propria.
Riprendendo il discorso di cronaca a quel tempo il Papa Innocenzo II mandò in Puglia e precisamente sul Gargano San Bernardo , che era venuto in pellegrinaggio a San Michele , allo scopo di trattare una conciliazione tra i due cognati. Il re Ruggiero che aspettava rinforzi, lo trattenne più giorni, ma non appena avutoli, sicuro di sé, rifiutò ogni soluzione pacifica. Fu allora che il Santo senza mezzi termini gli predisse la sconfitta.
A questo punto all’abate non restò altro che ritornare da Rainulfo, dove si intrattenne ad animare a più non posso i soldati cattolici a combattere, promettendo loro una sicura vittoria. Quindi si ritirò in una Villa vicina, per pregare e chiedere aiuto al Signore. Molti storici e conoscitori delle cose locali sostengono che si tratta di Villanova sotto Rignano che già allora era un fiorente centro commerciale ed ospizio per i passanti che percorrevano la frequentata pedegarganica, che coincideva con l’antica strada romana verso Siponto.
La preghiera di San Bernardo andò in porto e il re siciliano fu sonoramente sconfitto, come già detto, nonostante le sue forze erano superiori. Lo fu ancor di più dal punto di vista cattolico – cristiano, quale ex scomunicato e reo per essere stato incoronato in Palermo dall’antipapa Anacleto.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.