Al Maresciallo dei Carabinieri Gaetano Pascolla il Premio Jalarde 2024. Chi era questo personaggio e perché è così importante per la storia di Rignano Garganico?
Di solito si dice che i paesani sono amanti dei forestieri. A Rignano Garganico succede il contrario. Sono, infatti, questi ultimi ad innamorarsi del paese. Spesso accade a primo colpo o dopo un breve periodo di residenza. È il caso del maresciallo dei Carabinieri Gaetano Pascolla (classe 1909). Con ogni probabilità lo si deve, oltre alla bellezza dei luoghi e all’unicità ed ampiezza del suo panorama, soprattutto all’ospitalità innata della sua popolazione. Nel novero dei rignanesi di adozione, cioè di quelli che hanno lasciato un ricordo indelebile, sicuramente c’è anche lui (classe 1909). Originario di Triggiano (Bari)
Vi giunge quasi direttamente dall’Africa Orientale, dove si trovava a Mogadiscio (Somalia) sin dalla fine del 1943, prigioniero degli inglesi. Liberato nella primavera del 1945, rimane in servizio con lo stesso grado e corpo in quel di Taranto. Dal 18 agosto dell’anno successivo è a Rignano. Lo fa assieme alla moglie Pina (classe 1915) che aveva sposata il 5 maggio dell’anno prima nella sua città di origine.
La coppia va ad abitare nella centralissima Via Baronale, 10 (oggi, 14), che da ora in poi, diventerà una delle dimore più ambite e frequentate della cittadina. Qui, nascerà a novembre, il primo figlio della coppia di nome Giuseppe. Quindi, Gianni nel dicembre 1947 e più in là Filomena (novembre 1949). Il quarto ed ultimo erede di nome Angelo nascerà nel giugno 1952, a San Marco in Lamis.. A Rignano resterà anagraficamente residente sino al 9.11. 1950, per essere trasferito a Tricase (Lecce).
Il Maresciallo Pascolla, ha alle spalle non solo la sofferta esperienza africana, ma doti organizzative e creative per davvero superiori, unitamente ad una forte carica di umanità e simpatia, che da subito fanno di lui un protagonista assoluto. Non c’è decisione pubblica importante in cui non viene costantemente coinvolto, a cominciare dalla sicurezza, dove si rivela un indispensabile deus ex-machina, sostenuto com’è dal suo infallibile fiuto investigativo
.A luipiace tantissimo la musica. Ma non è uno che l’ha appresa ad orecchio, come si diceva un tempo, ma dai suoi lunghi ed approfonditi studi al conservatorio, specializzato com’è in clarinetto – sassofono. Strumenti musicali che egli conosce e sa usare a menadito. In virtù di questo la sua abitazione diventa da subito una ambita sala da ballo, dove i giovani affluiscono quotidianamente, quand’è fuori servizio. Vi vanno per ascoltare i suoi brani preferiti al sassofono, ma soprattutto per ballare e divertirsi. In appoggio c’è anche un giradischi a manovella, con la sua fornita scorta di tanghi, mazurche e foxtrot e soprattutto di aghi da cambiare ad ogni giro, come pure il ricarico della molla. I dischi sono quelli a 78 giri.
.Anche i bambini si affezionano alla comunità e, seppure piccoli, hanno molti amici della loro età. Costantemente una giovanetta di nome Ida, dopo aver preso la nipote orfana, Rosetta, di pochi anni, assieme alla sua compagna Grazia, sono soliti andare a casa del Maresciallo, sempre pronte ad accudire i più piccoli.
A quanto appreso il Pascolla sin da piccolo dimostra la sua passione per la musica e incomincia a prendere lezione di clarinetto dal maestro Gemmato e nel 1925, all’età di 16 anni, fa parte del Gran Concerto Bandistico di Triggiano. Dopo il diploma, si arruola nell’Arma Carabinieri Reali e diventa primo clarinettista della Banda a Roma. Successivamente partecipa al concorso di allievi sottufficiali a Firenze e a fine corso ottiene i gradi di Vice Brigadiere.
Dopo la pausa della guerra ritorna in Italia e viene destinato alla Stazione Carabinieri di Taranto e poi a Lecce Nel 1946 viene trasferito a comandare la Stazione di Rignano Garganico (FG), dove vi resterà sino al novembre 1950, allorché viene trasferito a Tricase (LE). Qui si intratterrà pochi mesi. Quindi, presa da nostalgia per il Gargano, fa domanda, con la segreta speranza di ritornare alla sua Rignano, ma essendo la sede occupata, il 21/09/1951, è inviato a dirigere la Caserma dei CC di San Marco in Lamis. Qui riuscirà a domare diversi focolai e rivalità di tipo famigliare.
Il 4 giugno dell’anno successivo nasce, come accennato, Angelo, il suo ultimo figlio. Il 5 gennaio 1954 viene trasferito presso l’ 11° Battaglione Carabinieri di Bari con l’incarico di direttore di Banda. Con la sua Banda dei Carabinieri apre una delle più̀ belle e interessanti rassegne del “Il Maggio Barese” presso lo stadio della Vittoria in Bari ove partecipano le bande militari di tutto il mondo. Nel 1960 viene inviato a Milano Lambrate dove comanda la Stazione fino al 1968, per far ritorno, all’inizio dell’anno successivo all’ 11° battaglione Carabinieri di Bari.
Una volta in pensione, ritorna alla sua innata passione per la musica. Di conseguenza: costituisce la Banda di Triggiano; realizza nuovi arrangiamenti di molti brani; partecipa per ‘ molti anni a tutte le feste patronali dei paesi viciniori, quali Bari, Carbonara, Noicattaro, Ceglie, Capurso, Adelfia ed altri ancora. Dopo di che cerca senza successo di costituire a Triggiano una scuola per la musica. Non ci riesce, perché viene a mancare Il 21 marzo 1991.
Trattandosi di un personaggio che ha inciso per davvero sulla storia e la vita pubblica del dopoguerra a Rignano, sarebbe auspicabile l’eventuale intitolazione in segno di gratitudine al suo nome un Monumento o luogo pubblico, come per esempio la Caserma dei Carabinieri, essendo priva al momento di ogni intitolazione. Chi vive vedrà!
Nei prossimi giorni il programma completo e l’elenco dei premiati su www.borgodivino.org, www.premiojalarde.it e www.rignanogarganico.com. Restate connessi!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.
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