Ecco i dati salienti della sua ricca biografia di ecclesiastico integerrimo e di personaggio colto su ogni branca dello scibile. Giovanni Draisci (1890 – 1978), prete d’intelligenza superiore e colto di materie classiche e filosofiche segnò per circa sessant’anni la vita religiosa e pubblica di Rignano, dapprima come collaboratore del suo predecessore don Elia Lecce, e poi come parroco con l’ambito titolo di arciprete (il XVIII), di canonico – consultore della Curia di Manfredonia, nonché di cameriere segreto di Sua Santità e quindi di prelato.
In altre situazioni e luoghi, sicuramente avrebbe avuta spianata, per le sue indiscusse qualità, la carriera ecclesiastica e quella episcopale. Ma a Don Giovanni, da buon pastore cristiano qual era, non interessava tanto il clamore e il potere temporale, quanto l’insegnamento del Vangelo e il rafforzamento della fede cristiana tra le gente semplice del paese dove era nato e avevano vissuto i suoi antenati.
Durante questi lunghi anni di ministero ogni cosa o avvenimento rignanese porta il suo contributo vivificante e lungimirante, a cominciare dal nuovo cimitero, avviato ed adeguato alle esigenze del tempo, al restauro della Chiesa del Santo Patrono San Rocco, che all’inizio del secolo si presentava ormai del tutto diroccato e infestato da erbacce. Tutto ciò fu reso possibile, grazie alla sostanziosa colletta raccolta e destinata allo scopo dai nostri emigrati di Philadelphia (USA).
Sul finire degli anni trenta, quando la guerra era ormai alle porte, spese tutte le sue energie nel poderoso restauro della Chiesa Matrice “Maria SS. Assunta”, chiamando ad impreziosirla con i suoi stupendi ed ancora ben conservati affreschi il pittore milanese Natale Penati , allora operante in varie chiese del Promontorio e della provincia.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.