C’è un immobile di pregio storico ma anche di una certa valenza architettonica che fa discutere da alcuni anni, a Rignano Garganico. Si tratta dell’Edificio Scolastico Scuole Elementari di stile impero realizzato alla fine degli anni ’30 dal passato regime, ora disusato per avvenuto trasferimento, dal 2010 in poi, delle sue funzioni educative alla nuova sede onnicomprensiva “Don Bosco”, ubicata nel nuovo ed ancora popolato quartiere di San Rocco.
Lo è non solo per motivi di storia e di arte, ma soprattutto per la sua felice ubicazione, a cominciare da Largo Portagrande, dove un tempo si affacciava la porta principale (l’unica di accesso carrabile) del paese, congiunta da una parte alla torre bizantina e dall’altra con le antiche case di Via Portagrande costruite lungo il muro che racchiudeva a Nord il paese di origine e fattura prettamente medievale.
L’anzidetta “porta” fu abbattuta nel 1869, per significare il passaggio dall’antico regime dei Borboni al nuovo conseguente alla neonata Unità d’Italia di marca piemontese. Per l’occasione la nicchia, comprensiva della statua del San Michele che, a mo’ di chiave sovrastava la parte centrale dell’arco, fu spostata e incastonata nella contigua predetta torre, come oggi si ammira.
Nell’antistante e vasto piano, a seguito di apposito concorso ed appalto alla ditta Di Iasio di Monte Sant’Angelo, si dette inizio nel 1934 alla costruzione dell’edificio scolastico così come progettato dagli ingegneri foggiani Fazio e De Nittis. Il tutto si concluse nel 1939 con l’inaugurazione in pompa magna della struttura, così come lo era stata la posa della prima pietra, con l’arrivo presenza delle massime autorità provinciali e locali. Cosicché dopo tanto peregrinare in aule disperse in varie zone del paese finalmente la scuola locale ebbe una sede unica e proseguì il suo cammino fino alla chiusura definitiva accennata all’inizio.
Intanto, negli ultimi anni, in attesa del da farsi si sono moltiplicati i lavori sul complesso e dintorni. In primis, lo stesso è stato arricchito e ben accordato da una parte con l’ala dell’ex-biblioteca comunale e a prosieguo con il neonato Centro Anziani, con la restaurata palestra e i sovrastanti alloggi, di recente costruiti e rimessi a nuovo, unitamente al cortile interno, racchiuso in un elegante quadrilatero, utilizzato spesso per conferenze e concerti all’aperto.
Ecco perché a molti cittadini, come a chi scrive, piange il cuore, di vederne trascurato l’importanza e desidera ad ogni costo che l’intera struttura venga destinata a contenere un’opera di livello ancora più scic e meritoria, come per esempio una casa di riposo per anziani e disabili; ma le norme non vanno a favore di tale progettualità , costerebbe troppo alla cosa pubblica, a cui converrebbe costruire ex-novo la struttura assistenziale. Per questo la RSA andrebbe realizzata ex-novo in aree edificabili e magari lungo l’arteria che mena a San Marco in Lamis (più vicino agli Ospedali “Umberto I” e a Casa Sollievo della Sofferenza).
L’Edificio Scolastico è stato realizzato in una zona centrale del paese ed è collegato tra l’altro alla zona panoramica e a quella di passeggio sulla Ripa – Belvedere, da dove è possibile ammirare tutto il creato ossia l’immenso Tavoliere contornato dai monti della Daunia e in vista ad un palmo di naso, durante le schiarite, le cime innevate della Maiella.
Tempo fa fu indetto un concorso di idee, al fine di pervenire ad un progetto definitivo di utilizzo a scopo socio-sanitario del immobile. Le risposte furono vaghe ed evanescenti. Qualcuno addirittura considerò l’idea assai costosa rispetto alla costruzione di uno stabile ex-novo in altro luogo e per diversi anni ci si lavò le mani.
In paese sta nascendo un apposito Comitato per la realizzazione della RSA.
Come al solito le idee circa l’utilizzo ce ne sono tante, ma quasi tutte fuori dal seminato.
Secondo chi scrive occorre riformulare il progetto delle idee che tenga conto non solo dei contenuti ma anche delle architetture. E purtroppo alle Elementari è difficile da realizzare, per questo serve eventualmente ubicarla altrove.
Infine, per la realizzazione della RSA si potrebbe (e dovrebbe) utilizzare il ricavato del lascito di Giuseppe Ricci, destinato, appunto, a tale scopo.
Dall’investimento verrebbero fuori posti di lavoro sufficienti per fermare il declino demografico e dare vita ad un turismo allargato con l’utilizzo delle restanti risorse e beni posseduti dal piccolo centro in campo culturale (Museo di Grotta Paglicci), panoramico – ambientale e paesaggistico.
Salviamo Rignano!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.