Va a gonfie vele l’assistenza domiciliare integrata per gli anziani, a Rignano Garganico.
Da qualche tempo gli anziani e le persone totalmente non auto sufficienti usufruiscono anche a Rignano Garganico del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI). E sono anziani, malati allettati ed invalidi totali in genere. In ogni ora del giorno si vede in giro un via vai di Operatori Socio Sanitari (Oss), infermieri, fisiatri e fisioterapisti, ecc. In paese si avverte soddisfazione non solo tra i pazienti interessati ma nell’intera comunità. E questo non a torto. Infatti, la stessa ridotta ormai a poco meno d 1900 abitanti circa e, per via della scarsa natalità e della fuga dei giovani è destinata tra pochi anni a sparire del tutto. Come risaputo, Il servizio, oltre ad arrecare sollievo agli assistiti, alleggerisce notevolmente il pensiero – apporto delle famiglie costrette a fare salti mortali pur di assicurare, quando le distanze sono colmabili, il loro apporto assistenziale. Va da sé che l’istituzione del servizio, dovuto per legge regionale e disposta dalle Asl produce anche, con la riduzione dei costosi ricoveri ospedalieri, un alleggerimento della spesa sanitaria complessiva. Il servizio può contare su personale qualificato in grado di assistere 24 ore su 24 le persone non autosufficienti, nella realizzazione delle loro attività quotidiane, come ad esempio l’igiene personale, la vestizione, il pasto e, in caso di mobilità, lo svolgimento di visite o semplici passeggiate. Nel contempo eroga, grazie a servizi su misura di assistenza domiciliare, soprattutto prestazioni infermieristiche (analisi, medicazioni, fruizione di medicine, flebo, ecc.), fisioterapiche ed altri interventi, sempre a domicilio, di tipo terapeutico psicologico necessari a rinsavire il paziente. Come accennato poc’anzi gli anzidetti interventi di assistenza sono coordinati e realizzati su disposizione di apposita legge nazionale e regionale (L.R.n.88 del 2007) dalle Asl in concorso con i Comuni per la parte sociale. Per quanto riguarda il personale di fascia bassa, al momento ci si avvale di unità specializzate messe a disposizione con apposite convenzioni dall’apporto del privato, specie in forma di volontariato con l’istituzione e il mantenimento di servizi di aiuto anche in ospedale con veglia notturna e aiuto diurno. Ed ancora, nei periodi di vacanza, a Natale o in estate, fornendo l’assistenza domiciliare continua e compagnia all’assistito per il periodo stabilito. Sono circa una una ventina gli assistiti in paese, quasi tutti totalmente allettati o che hanno cominciato a muovere i primi passi. Tra questi, c’è anche chi scrive, sottoposto a ossigenoterapia continua ed afflitto, dopo aver superato brillantemente una bronco-polmonite acuta in ospedale, da una gotta tremenda e dolorosa. La stessa, infatti, blocca quasi del tutto i suoi arti inferiori e superiori e stenta ad andare via, nonostante l’assiduità delle cure propinate dall’intera équipe sanitaria, così composta: OSS, Infermiera, fisiatra e medico di famiglia, che ne controlla l’operato o dispone nuove indagini con visite domiciliari appropriate e tempestive. Si tratta di C. che alle ore otto in punto viene in casa e con sollecitudine e precisione svolge il suo compito complesso, fatto si di igiene e lavaggi, ma anche di delicatezze varie, come il vestimento e il cambio degli indumenti, il riassetto del letto. Lo fa sempre con il sorriso sulla bocca e la tenerezza di chi ama oltre al suo lavoro, l’umanità nel suo complesso e i sentimenti delle persone, che significa e si traduce soprattutto in altruismo cristiano. Finito il servizio, solitamente va via salutando con empatia l’assistito e tutti i famigliari al momento presenti nell’abitazione. Dopo qualche minuto dalla partenza di quest’ultima, a rompere il silenzio è un altro trillo di campanello. E’ l’infermiera N., veterana professionista, alternata negli ultimi tempi da C. , giovane sposata da pochi anni e già mamma di due figli. Entrambe, quando sono all’opera, seduta stante, riescono con perizia a controllare e a medicare le mie ferite da decubito, ancora vistose, nonostante l’apposito materasso anti. Nei giorni prefissati mi fanno anche i prelievi del sangue , che poi provvedono ad inoltrare direttamente ai laboratori Asl interessati. Al momento ancora non viene la fisioterapista, pur avendo già predisposto sin dall’inizio il suo piano di intervento, ossia la graduale messa in atto di esercizi ed esercitazioni appropriate per la mia messa in piedi e il cammino. Tuttavia al suo poso già sta facendo parecchio la OSS. Lo fa con i suoi continui massaggi alle gambe e ai piedi, che rafforzano e tengono in allenamento i muscoli. Va precisato che la operatrice in questione è dipendente della Cooperativa OSA di San Severo, che opera già da parecchio in questo campo, facendosi stimare per prontezza e appropriatezza non solo dalle Istituzioni e dal personale dipendente, ma soprattutto dai pazienti coinvolti, che considerano gli addetti dei veri e propri “angeli custodi” scesi in terra per ascoltare pazientemente i loro lamenti e lagnanze ed intervenire con sollecitudine a soddisfarle. Spesso il personale OSS durante il suo intervento comunale agisce in coppia, come a Rignano, dove C. divide il suo impegno complessivo con G., giovane anch’egli ben visto dagli assistiti. In altri casi sono impegnati nel medesimo servizio anche i psicoterapeutici. Ma di questo sono dirvi ben poco, in quanto personalmente non interessato. Ovviamente il servizio è sostenuto con tutte le attrezzature e gli strumenti necessari alla bisogna: farmaci, siringhe, custodie, pannoloni, traverse, carrozzelle, macchine per la deambulazione, ecc. Ovviamente le spese sono tutte a carico dello Stato, ad eccezione di quelle sociali, disposte dai Comuni, da rimborsare parzialmente a secondo del reddito dagli assistiti ad eccezione, come accennato, di chi si trova nelle condizioni previste dalla Legge “104” con inabilità grave ed impossibilitato a compiere gli atti quotidiani della vita. A questo punto, posso dire che sono quasi pronto per reggermi e camminare.
Nonostante vada a gonfie vele l’assistenza domiciliare della Asl di Foggia, in paese si sente sempre più l’esigenza di fare di più e di realizzare una RSA o una RSA Diffusa, che potrebbero dare respiro alle famiglie e dignità e assistenza agli anziani del posto.
La politica tutta dorme e in tale direzione nulla si muove.
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.