Un 25 Aprile all’insegna di Sandro Pertini, indimenticabile Presidente della Repubblica Italiana. Bello il ricordo di lui, partigiano per antonomasia, fatto oggi in ogni parte della Puglia. Tanto a ricordo, come si diceva della sua venuta del 1980, accolto a furor di popolo nelle principali città della regione
, accompagnato dalla sua inseparabile compagna di vita, compresa Foggia. Chi scrive, ricorda con nostalgia la sua presenza – intervento in piazza XX Settembre, gremita di pubblico come non mai. Quel giorno si trovava assieme ad una platea, composta in massima parte da socialisti entusiasti. Ed è per questo che, oggi 25 aprile, vuole ricordare la statura di questo grande uomo politico e delle Istituzioni e nel contempo la festa della Liberazione, a cui i Socialisti hanno dato e continuare a dare il loro fattivo contributo per l’affermazione dei valori della libertà e della democrazia, schierandosi puntualmente contro vecchi e nuovi regimi liberticidi e totalitaristici Lo hanno fatto puntualmente al di sopra di ogni spirito di parte, contribuendo a riformare il Paese, a cominciare dalla Costituzione, e a seguire nei governi locali e regionali, e poi anche nei governi di Centro-sinistra (Nazionalizzazione Energia Elettrica, Servizio Sanitario Nazionale, Scuola Media Unica, Riforma Universitaria, Statuto dei Lavoratori, ecc.) Ed è non a caso che il testo de L’Inno dei lavoratori (in origine, Il canto dei lavoratori) è stato composto nel 1886 da un altro gigante socialista, come Filippo Turati, con musica di Zenone Mattei. Lo è pure “Bandiera Rossa”, in versione nettamente socialista, composta da Carlo Tuzzi nel 1908. Essa subisce il ‘cambiamento’ testuale di “Evviva il Comunismo” al posto di “Evviva il Socialismo” (motivo di antiche polemiche tra gli uni e gli altri), quando sopravanzò in epoca successiva il partito di Togliatti, alias PCI. Essa rappresenta l’altro inno della classe operaia italiana che possa considerarsi come un vero canto popolare di tradizione orale. L’altro simbolo socialista è la nota pittura, detta Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, riprodotta a più copie, ed esposta in innumerevoli manifestazioni “rosse”. Altrettanto, dicasi della canzone “Bella Ciao” che, nonostante si dice che non abbia alcun padre, come insiste nei suoi scritti lo stesso Giorgio Bocca, giornalista – scrittore pure lui della medesima compagine politica, si avvicina come musica ed ispirazione alla tradizione popolare socialista. Insomma, dopo il Coronavirus, rifondiamoci all’insegna dell’unità e nel rispetto dei valori fondanti della Costituzione. Trattandosi dello stesso tema non ci resta riportare di seguito l’autorevole dichiarazione rilasciata al riguardo da Michele Galante, storico locale, già parlamentare, questa volta diffusa in ogni dove, in veste di Presidente dell’ANPI di Capitanata:“Nonostante le restrizioni imposte dallo sviluppo della pandemia la festa del 25 aprile si è svolta nelle forme più diverse e originali nella stragrande maggioranza dei comuni della Capitanata. Questa ricorrenza è sentita dai cittadini come festa di tutti gli italiani che amano la libertà, la democrazia e la solidarietà tra gli uomini e rifiutano ogni forma di fascismo. È la festa di quanti vogliono vedere attuata la Costituzione, aborrono ogni forma di razzismo e aspirano ad un futuro di serenità e di unità. Il giorno della Liberazione dal nazifascismo non è un derby tra estremisti, ma la riaffermazione dei valori fondanti della comunità nazionale, valori che sono risorse essenziali per affrontare la difficile contingenza sanitaria ed economica in atto”. Foggia, 25 aprile 2020 >> Non ci resta, a questo punto, che salutare: Evviva il 25 Aprile. Evviva la Liberazione!
Giornalista, scrittore e storico. Ha al suo attivo una cinquantina di pubblicazioni su tradizione, archeologia e storia locale.