Rignano Garganico ha bisogno di una seria rivoluzione o è destinato a morire nei prossimi 15 anni. Non lo invento io, ma lo dicono le statistiche dell’ISTAT. Tanti morti, poche nascite e assenza quasi totale di iniziative commerciali. Là dove non vi è commercio la comunità cessa di esistere: 4 bar, 2 pizzerie, 4 alimentari, nessun ristorante in paese, nessuna struttura alberghiera (nemmeno un bed & breakfast), nessun negozio di abbigliamento, una Banca a mezzo servizio, nessun servizio per anziani e disabili, nessun progetto per i disadattati sociali e contro le dipendenze, viabilità esterna colabrodo e assenza totale di attrattività per le aziende esterne ed interne. E ci sarebbe tanto altro da aggiungere. Non è politica, ma è constatazione dei fatti. Poi ci sono tre liste per mille voti, un paese che dopo il 12 giugno 2022 ne uscirà ancor più lacerato e debole. Chi vincerà lo farà amministrando in minoranza e continuerà a governare con la solita logica di sempre: “perché deve farla lui quella cosa e non io? “. I tre candidati sindaci stanno sprecando l’occasione a mio avviso di mettersi assieme, di fare un’unica lista di unità cittadina e di pensare oltre il proprio orticello di inutili voti. Scusate lo sfogo, amo Rignano e i Rignanesi e vedere un paese bello, ma inutile, mi rattristisce ogni giorno di più. Una prece.
Giornalista, scrittore ed Infermiere. Dirige il quotidiano sanitario nazionale www.assocarenews.it.