Caro Peppino,
mi scuso con te e il gentile pubblico presente per non essere intervenuto di persona al libroforum odierno che ti vede protagonista, per motivi di salute che tu conosci bene. Ho letto più volte il tuo scritto che racchiude in sintesi il sapere e il sentire che pulsano nella nostra piccola comunità. Il riferimento è alla storia ben sintetizzata nella prima parte e alla creatività della seconda parte. Settore, di cui sei maestro inarrivabile come umanità e sensibilità.
Non posso che farti il plauso. Sei stato grande sia nello sciorinare i fatti salienti del nostro passato, a cominciare dalla dimora dove abiti. L’ala sinistra del Palazzo Baronale, dove la dice lunga il portone di ingresso, dove è scolpita la sigla identitaria di Corigliano Francesco Paolo e l’anno 1765, cui spetta l’onere-onore di averlo restaurato. Trattandosi della tua dimora, aggiungo al riguardo le seguenti e forse ancora inedite notizie.
“Corigliano Francesco Paolo ((1702-1782), sposa donna Vittoria Corigliano (1704 – 1757) e diventa genitore di Vincenzo, di Michele (nato morto), di Rosalia(1740 + ?), di don Rocco (1741 -1769), sacerdote. Tra l’altro della figlia Rosalia, la cronaca racconta che prima di sposarsi con il duca di Castelpizzuto, doaò alla Madonna del Carmine un corpetto ricamato in oro (Platea del possesso delle quattro chiese di Rignano, 1763).
L’anzidetto barone Francesco Paolo, fa la spola tra Rignano e Napoli, in quanto per 21 anni di seguito, assolve la nobile mansione di segretario particolare di Tanucci, il potente primo ministro di Carlo III di Borbone. Durante il suo mandato, come accennato, rifornisce la reggia di ogni ben di dio, proveniente dalle sue masserie. Sull’esempio di altri blasonati, provvede, come accennato, a trasformare la sua dimora di Rignano da Castello medievale a Palazzo , inglobando il tutto in una facciata di stile barocco, con portale in pietra “mandorlata” già usata per la realizzazione della reggia di Caserta.
Come si diceva, la data “1765” impressa sulla chiave d’arco del portale interno al cortile ne testimonia il poderoso intervento architettonico. La platea in questione è stata da me trascritta (pp. 500) ed è in attesa di pubblicazione. Riguardo alla figlia di Francesco Paolo, Rosalia, non sono ancora riuscito ad individuare il presunto sposo, duca di Castelpizzuto.
Circa le poesie pubblicate o da pubblicare ancora, Caro Peppino, quella che mi è più piaciuta è “Lu ciucc’ d’ Cicc’Cappucc’ (L’asino di Ciccio Cappuccio) è bellissima ed è assonata alla perfezione. La stessa pubblicata sul periodico “Lu Chiacchiarone” ha già avuto un enorme e diffuso plauso. Non mi resta che augurare all’autore e all’iniziativa culturale odierna un ottimo e meritato successo. Grazie, ho finito.
NB = La presentazione del volume di Peppino Del Re è prevista oggi 28/12/2023 in Chiesa Madre a partire dalle ore 17.00. Manifestazione a cura del Circolo Culturale Giulio Ricci e della Parrocchia Maria Santissima Assunta.
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