Emergenza Coronavirus. Dopo il funerale che ha infettato decine di persone, ora la messa del Venerdì Santo con centinaia di cittadini. Polemiche sui social nei confronti del sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla e del parroco Don Matteo Ferro.
In barba a tutti i dispositivi di legge correlati all’Emergenza Coronavirus a San Marco in Lamis, nel Foggiano, parroco, sindaco e consigliere regionale partecipano alla messa del Venerdì Santo con centinaia di cittadini. Ora finiscono tutti sotto accusa, comprese le forze dell’ordine che non hanno fatto rispettare il divieto di assembramento. Pollice verso su Facebook e su altri social-network per il primo cittadino Michele Merla (responsabile dell’emergenza sanitaria) per il parroco dell’Addolorata don Matteo Ferro.
La città sul web si dice indignata e le polemiche finiscono in Rete giungendo a migliaia e migliaia di utenti in pochi minuti. Tutti delusi da Merla e Ferro. Nei giorni scorsi proprio Merla aveva lanciato l’appello a cittadinanza a restare a casa e aveva sollecitato tutte le forze dell’ordine a far rispettare i divieti, ora arriva la beffa e la rabbia della popolazione.
Ecco il video pubblicato dai colleghi de L’Immediato: LINK.
Il consigliere regionale Cera si è detto mortificato: “ho tentato di far interrompere l’evento, ma invano”.
Presente alla manifestazione religiosa anche il Consigliere Regionale Napoleone Cera che ha cercato di far interrompere l’evento senza riuscirci. Poco fa contattato tramite WhatsApp si è detto rammaricato. A quanto pare in piazza dovevano essere presenti solo le istituzioni e il parroco (5-6 persone), ma ad un certo punto è arrivata la ressa.
Appello del Parroco don Matteo ai sanitari e l’invito a restare a casa, mentre la folla si radunava in piazza.
Il bello è che il parroco ha invitato la popolazione a restare a casa, ma in piazza c’era la folla che pur volendo non riuscivano a tenere la distanza di sicurezza. Ha poi ringraziato i sanitari, ha abbracciato chi è stato colpito dal virus e i familiari dei defunti per Covid-19, mentre la gente continuava ad assembrarsi senza profferir parola.
Alcuni cittadini hanno avvisato già Prefetto, Vescovo e Governatore della Regione Puglia.
Si rischia di vanificare gli sforzi computi finora. Avvisati dell’accaduto sia il Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, sia l’Arcivescovo di Foggia-Bovino, Mons. Vincenzo Pelvi, sia il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Dito puntato anche contro le forze dell’ordine perché dovevano interrompere tutto e multare gli astanti, anche perché dalle foto emerse sui social si capisce che non sono state rispettate le distanze di sicurezza tra i cittadini. In più la Santa Messa di don Ferro non è una questione vitale. E se ciò non bastasse era trasmessa in diretta Facebook.
Molti parlano di evento spontaneo, ma anche se era tale si doveva interrompere la funzione e mandare tutti a casa.
Se ci saranno ora altri infetti, ricordiamo che a San Marco in Lamis ce ne sono a decine e ci sono stati già due decessi per Covid-19 (per il famoso funerale di un ragioniere di 75 anni), chi ripagherà i contagiati ed eventuali altre dipartite? Chi ne risponderà dal punto di vista civile e penale?
Una manifestazione di fede si è trasformata in un attimo in una vergognosa dimostrazione del fatto che proprio non ci siamo e che di questo passo non si uscirà mai dall’emergenza. Ora siamo punto e d’accapo.
Si spera ora nelle scuse e perché no nelle dimissioni dei tre per manifesta violazione, anche se involontaria, dei dettami del Governo.
Si spera che Merla, Ferro e tutti gli altri chiedano presto scusa alla popolazione e all’Italia intera e che si mettano in quarantena, come dovranno ordinare la quarantena in casa a tutti coloro che hanno preso parte all’evento religioso.
In Italia ricordiamo ci sono stati ad oggi quasi 19.000 decessi per Coronavirus, quasi tutti dovuti ad assembramenti come questo e al non rispetto delle regole.
Nella vicina Rignano Garganico un altro parroco, Don Santino, dava l’esempio: in processione con il Crocifisso.
A 7 Km di distanza, nella vicina Rignano Garganico, il parroco Don Santino dava il perfetto esempio contrario, ovvero il rispetto delle regole e delle indicazioni dei sanitari. Processione solatia in compagnia del chierichetto (a distanza di 5 metri) e di alcuni accompagnatori della Protezione Civile, poche persone a distanza ampia che invitavano la popolazione a restare a casa e a salutare il Santissimo da balconi, porte e finestre. In esempio di maturità che a San Marco in Lamis non hanno saputo mettere in atto, perché forse coscienza di quello che sta accadendo ancora non c’è.
Il sindaco Merla prova a rimediare.
“Mi assumo la colpa di non aver avuto il coraggio di dire a don Matteo di interrompere il momento di preghiera. Non me la sono sentita, ma mi rendo conto, col senno di poi, di aver sbagliato. Ma avrei voluto interromperlo. Questa è la mia colpa e me la prendo” – ha dichiarato alla stampa.
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